Prima le donne. A cominciare dai termini nel vocabolario. Treccani fa sua la battaglia per la parità di genere e, venerdì, in anteprima, in occasione della XXIII edizione di Pordenonelegge, presenterà il primo Dizionario della lingua italiana che lemmatizza anche le forme femminili di nomi e aggettivi, tradizionalmente presenti solo al maschile. Largo allora ad “adatta” e “adatto”, “bella” e “bello” e così via. In quest’ordine.
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AL FEMMINILE. Per questioni alfabetiche, il vocabolario mette il vocabolo maschile al secondo posto, regalando un nuovo sguardo, anche al femminile, sulla lingua e le sue evoluzioni.
LE PAROLE DEL COVID. Nel vocabolario, entrano neologismi, figli dell’epoca Covid, come lockdown, distanziamento sociale, termoscanner, nonché dad, smart-working, lavoro agile, infodemia. E, in un viaggio, tra politica e società, reddito di cittadinanza, rider, terrapiattismo, transfobia.
LA GRAMMATICA. A ciò si aggiungono semplificazioni per una consultazione più veloce, senza “cortocircuiti” lessicografici, ossia rimandi da una voce all’altra, con meno abbreviazioni e largo spazio per la grammatica con note evidenziate in rosa a sciogliere questo o quel dubbio. L’edizione 2022 de Il Vocabolario Treccani, si spiega, è «un progetto ambizioso e rivoluzionario, nel quale tradizione e progresso si fondono per testimoniare i cambiamenti socio-culturali del nostro Paese e riconoscere - validandole - nuove sfumature, definizioni e accezioni in grado di rappresentare e raccontare al meglio la realtà e l’attualità, attraverso le parole che utilizziamo per viverla e descriverla».
LA BATTAGLIA. Una rivoluzione, appunto, in materia di genere. Almeno, in carta e inchiostro. Si eliminano esempi basati su stereotipi che vogliono le donne ai fornelli e gli uomini in posti di potere. Già. Anche se poi, a ben guardare, gli chef non mancano, ma di donne nei posti “di comando” se ne vedono ancora poche. Intanto, però, la lingua ci offre gli strumenti per il domani di piena parità, che arriverà. Prima o poi. Bastano un poco di speranza, tanta pazienza, di certo sensibilità e cultura, magari un poco di fortuna. Tutti termini femminili. Tranne uno: tempo. Difficile dire quanto, ancora, ce ne vorrà.
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