Ovunque, in questi giorni, sentiamo parlare dell’incidente del sottomarino dei poveri turisti miliardari curiosi del relitto del Titanic.
Intanto, però, qualcos’altro finisce “sommerso” e se ne parla un po’ poco: i diritti conquistati.
Mi riferisco alla decisione, della Procura di Padova, di impugnare ben 33 atti di nascita, dal 2017 ad oggi, e dichiarare illegittimi i figli di due donne.
E’ avvenuto con 33 raccomandate e, da un giorno all’altro, la madre non biologica si è vista togliere ogni tiolo ad esercitare il proprio ruolo di genitore.
Che cosa vuol dire? Beh, tanto per cominciare, che quella madre non biologica non potrà più prendere il bambino a scuola - se non con una delega -, non potrà partire con lui, andare a trovarlo se ricoverato in ospedale. La lista è lunga.
E che quel bambino dovrà cambiare cognome.
Perde diritti il genitore non biologico ma perde diritti anche quel bambino, il che – a mio parere - è ancor più grave.
La si può pensare come si vuole sull’ opportunità o meno di approvare le coppie omogenitoriali. Quello che mi colpisce profondamente è, però, in questo caso, la retroattività.
Un bambino nato nel 2017 è un bambino che, oggi, ha sei anni, va alle elementari ed è ben cosciente di sé. Come puoi, dalla sera alla mattina togliergli uno dei due genitori che finora l’ha amato e cresciuto?
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Giornalista, autrice e conduttrice tv. Da anni realizza reportage di approfondimento su ambiente, sostenibilità e temi sociali. L'argomento che più la appassiona è la parità di genere. E' mamma di due bambini.
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