Secondo uno studio condotto in 15 Paesi del mondo su decine di migliaia di persone, il 14% ha riferito di aver preso degli stimolanti almeno una volta nei 12 mesi precedenti nel 2017, un +5% rispetto al 2015. Ma l'Europa diventa un caso: e, nel Vecchio Continente, sono Gran Bretagna, Francia, Irlanda e Italia a tirare la crescita esponenziale dei farmaci a base di droghe smart. Lo studio, pubblicato su International Journal of Drug Policy, ha preso in esame farmaci prescritti per trattare il disordine da iperattività e deficit di attenzione ma anche quelli per i disturbi del sonno e stimolanti al limite della legalità. L'impiego di queste sostanze in Francia è passato dal 3% del 2015 al 16% del 2017, mentre nel Regno Unito - nello stesso lasso di tempo - si è impennato: dal 5% al 23%. L'Italia registra un boom molto simile. Secondo Barbara Sahakian, neuroscienziata dell'Università di Cambridge, il lavoro mostra un aumento dell'uso di queste sostanze come potenziamento cognitivo, da parte di persone sane: «A cambiare sembra essere lo stile di vita delle persone. E le conseguenze per la salute sono tutte da scoprire».
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