Dopati per lavorare: in Italia farmaci usati come droga per migliorare le prestazioni

Dopati per lavorare: in Italia farmaci usati come droga per migliorare le prestazioni

di Mario Fabbroni
Troppi stimolanti assunti di continuo da persone sane, al solo scopo di essere più produttivi e lucidi sul lavoro oppure nello studio. L'uso non medico di farmaci dopanti, le cosiddette smart drug ha raggiunto anche l'Europa dopo aver conquistato gli Usa. Quasi un'epidemia, cui contribuiscono in maniera decisiva il fai-da-te su internet e i consigli degli amici. Insomma, affari d'oro per le farmacie (specie quelle online) e numeri da capogiro per i consumatori improvvisati che puntano tutto sul miglioramento miracoloso delle loro prestazioni. Un autentico doping mentale.
Secondo uno studio condotto in 15 Paesi del mondo su decine di migliaia di persone, il 14% ha riferito di aver preso degli stimolanti almeno una volta nei 12 mesi precedenti nel 2017, un +5% rispetto al 2015. Ma l'Europa diventa un caso: e, nel Vecchio Continente, sono Gran Bretagna, Francia, Irlanda e Italia a tirare la crescita esponenziale dei farmaci a base di droghe smart. Lo studio, pubblicato su International Journal of Drug Policy, ha preso in esame farmaci prescritti per trattare il disordine da iperattività e deficit di attenzione ma anche quelli per i disturbi del sonno e stimolanti al limite della legalità. L'impiego di queste sostanze in Francia è passato dal 3% del 2015 al 16% del 2017, mentre nel Regno Unito - nello stesso lasso di tempo - si è impennato: dal 5% al 23%. L'Italia registra un boom molto simile. Secondo Barbara Sahakian, neuroscienziata dell'Università di Cambridge, il lavoro mostra un aumento dell'uso di queste sostanze come potenziamento cognitivo, da parte di persone sane: «A cambiare sembra essere lo stile di vita delle persone. E le conseguenze per la salute sono tutte da scoprire».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Luglio 2018, 11:14
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