Scuole seggio elettorale, l'allarme dei presidi: "Troppi giorni persi, anno a rischio". L'Ufficio scolastico: servono 200 giorni in classe

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Due elezioni ravvicinate, in un solo anno scolastico: è un record che mette in difficoltà le scuole e le famiglie degli studenti. Di solito si cerca un “election day” per limitare costi e disagi, quest’anno invece nel Lazio i cittadini sono stati chiamati alle urne il 25 settembre scorso, come tutta Italia per le Politiche, e lo saranno anche il 12 e 13 febbraio prossimo per le elezioni del presidente della Regione e del Consiglio regionale. 


Due interruzioni dell’anno scolastico e proprio in due momento delicati: l’avvio dell’anno, a settembre, e l’avvio del secondo quadrimestre, a febbraio. Le mamme e i papà sanno bene questo cosa significa: gli studenti, soprattutto quelli degli istituti comprensivi che sono per la maggior parte sedi di seggio elettorale, restano a casa perdendo 3-4 giorni di scuola ogni volta. A settembre 2022, con la sola giornata di voto della domenica 25, gli istituti sono rimasti chiusi dal pomeriggio del venerdì 23 fino a tutto il lunedì 26: quasi tre giorni di scuole chiuse per allestire i seggi e poi per igienizzare. Adesso, con due giorni di votazioni, ci si ferma dal venerdì 10 fino al martedì 14 compreso: 4 giorni di ulteriore stop. «Ci sono piccoli Comuni che sono riusciti a portare i seggi fuori dalle scuole. Qui a Roma sembra un’impresa impossibile - denuncia Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma - evidentemente è questo il rispetto che la politica ha per la Scuola. Potremmo usare le caserme, per limitare il numero di scuole chiuse. I disagi sono tanti: pensiamo alle scuole con la sede centrale seggio e la succursale aperta. La didattica procede a singhiozzo. Eppure si era detto che questi ragazzi, dopo la pandemia, avrebbero avuto bisogno di recuperare il tempo perduto: continuiamo a fargliene perdere altro». Nella Capitale la soluzione proprio non si trova: «Sono stati fatti degli incontri per trovare altre soluzioni - spiega Rocco Pinneri, direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio - ma non è semplice trovare alternative: ne sarei ovviamente ben felice ma non è così. Spetta al Comune indicare i seggi. Il calendario scolastico regionale comprende 218 giorni di lezione e le scuole devono garantirne almeno 200, in questo modo si possono gestire le chiusure di questo tipo». Leggi l'articolo completo su
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