Cartello pazzo: quando giornale e cittadini fanno tutto il lavoro

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Il caso delle strade con indicazione di pericolo tale da imporre a tutti il limite massimo di 30 km all’ora, è emblematico: quei cartelli stradali incapaci di indicare la realtà finiranno in magazzino. Una vittoria? 


Per Leggo sicuramente: il ruolo civico e sociale di un quotidiano trova l’ennesima consacrazione. Per qualche solerte (e arrabbiato) cittadino, anche. Tuttavia c’è poco da stare allegri. 

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Dal 2018 quei cartelli stavano lì con l’obiettivo di proteggere automobilisti, centauri e pedoni. Peccato che, passata la condizione di pericolo, a nessuno sia venuto in mente che erano scaduti. Vigili urbani, politici, impiegati comunali e municipali: possibile che nemmeno un rappresentante di queste categorie (responsabili) si sia mai accorto dell’anomalia? 
Ecco il punto: la città andrebbe osservata con attenzione, messa al centro dei buoni propositi, migliorata con la programmazione. 
Vivere alla giornata, questo il grave errore della politica: ritenere che la gente non ricordi se quel consigliere o quell’assessore si sia effettivamente prodigato per la “res publica” durante il proprio mandato. Cartello pazzo non limita solo la velocità, ma rischia anche la partecipazione alle urne. 

 

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