Uno dei più grandi maestri del nostro tempo, una delle più celebri orchestre del mondo, la suggestione di piazza Duomo e un programma “facile” ma alto. Maestro Chailly, quindi la Scala può essere pop?
«I musicisti della Filarmonica della Scala e io crediamo fortemente nella divulgazione della musica classica. In piazza Duomo cercheremo di dare il meglio. Saremo affiancati dal grande pianista Denis Matsuev impegnato nel Concerto per piano e orchestra n. 1 di Ciaikovskij, un brano amato dal mondo intero, che ogni volta rinnova la sua bellezza e la sua difficoltà tecnica. E poi avremo un’amplificazione eccellente grazie ai nostri tecnici e una divulgazione capillare nel mondo grazie alla Rai. Si aggiungeranno anche i Quadri da un’esposizione di Musorgskij nell’orchestrazione di Ravel. Un altro brano amatissimo, che in tanti conoscono e di cui canticchiano le melodie. Quindi direi che l’unione di tutti questi fattori e insieme di due grandi capolavori del romanticismo russo sono un motivo aggregante per il pubblico».
Lei ha dichiarato che in Europa solo Berlino, Londra e Vienna hanno un evento analogo. Quindi bravo il Comune e bravi i milanesi?
«L’amministrazione è sempre molto partecipe ed è importante che così sia; così come lo è la presenza dei nostri sponsor che sostengono la Filarmonica nell’organizzare un evento di tale portata. E soprattutto c’è la convinzione di chi viene ad ascoltarci. La qualità del silenzio nella piazza Duomo, così gremita, è qualcosa di straordinario, di unico».
Il silenzio importante come le note.
«L’ascolto di musica, di qualsiasi tipo, è un fatto di concentrazione. Si ascolta la melodia e si ascolta l’anima (si spera). Si tratta di sentimenti profondi e questo non può accadere nel caos, c’è bisogno di un’interazione con il silenzio. D’altra parte i più grandi compositori della storia, da Bach, a Beethoven, ai contemporanei, hanno sempre alternato note e silenzi. Più grande è l’autore più grande il valore del silenzio. Questo vale sia per noi musicisti durante l’esecuzione, sia per il pubblico. Più il silenzio è forte più noi percepiamo un’emozione collettiva. La qualità di chi esegue è direttamente proporzionale alla qualità dell’ascolto del silenzio».
In quale altra piazza o luogo di Milano vorrebbe dirigere?
«A Milano sono tanti i nuovi luoghi, è una città sempre più propositiva e internazionale.
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