Domenica Riccardo Chailly dirige la Filarmonica in piazza Duomo. «La qualità del silenzio dei milanesi è unica»

Domenica Riccardo Chailly dirige la Filarmonica in piazza Duomo: «La qualità del silenzio dei milanesi è unica»

di Paola Pastorini
Domenica sera torna in piazza Duomo il Concerto per Milano. Sotto le stelle l’Orchestra della Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly incanterà i milanesi regalando la grande musica.
Uno dei più grandi maestri del nostro tempo, una delle più celebri orchestre del mondo, la suggestione di piazza Duomo e un programma “facile” ma alto. Maestro Chailly, quindi la Scala può essere pop?
«I musicisti della Filarmonica della Scala e io crediamo fortemente nella divulgazione della musica classica. In piazza Duomo cercheremo di dare il meglio. Saremo affiancati dal grande pianista Denis Matsuev impegnato nel Concerto per piano e orchestra n. 1 di Ciaikovskij, un brano amato dal mondo intero, che ogni volta rinnova la sua bellezza e la sua difficoltà tecnica. E poi avremo un’amplificazione eccellente grazie ai nostri tecnici e una divulgazione capillare nel mondo grazie alla Rai. Si aggiungeranno anche i Quadri da un’esposizione di Musorgskij nell’orchestrazione di Ravel. Un altro brano amatissimo, che in tanti conoscono e di cui canticchiano le melodie. Quindi direi che l’unione di tutti questi fattori e insieme di due grandi capolavori del romanticismo russo sono un motivo aggregante per il pubblico».
Lei ha dichiarato che in Europa solo Berlino, Londra e Vienna hanno un evento analogo. Quindi bravo il Comune e bravi i milanesi?
«L’amministrazione è sempre molto partecipe ed è importante che così sia; così come lo è la presenza dei nostri sponsor che sostengono la Filarmonica nell’organizzare un evento di tale portata. E soprattutto c’è la convinzione di chi viene ad ascoltarci. La qualità del silenzio nella piazza Duomo, così gremita, è qualcosa di straordinario, di unico».
Il silenzio importante come le note.
«L’ascolto di musica, di qualsiasi tipo, è un fatto di concentrazione. Si ascolta la melodia e si ascolta l’anima (si spera). Si tratta di sentimenti profondi e questo non può accadere nel caos, c’è bisogno di un’interazione con il silenzio. D’altra parte i più grandi compositori della storia, da Bach, a Beethoven, ai contemporanei, hanno sempre alternato note e silenzi. Più grande è l’autore più grande il valore del silenzio. Questo vale sia per noi musicisti durante l’esecuzione, sia per il pubblico. Più il silenzio è forte più noi percepiamo un’emozione collettiva. La qualità di chi esegue è direttamente proporzionale alla qualità dell’ascolto del silenzio».
In quale altra piazza o luogo di Milano vorrebbe dirigere?
«A Milano sono tanti i nuovi luoghi, è una città sempre più propositiva e internazionale.
A me è cara la chiesa di San Marco, dove Giuseppe Verdi salì sul podio nel 1874 per dirigere la Messa da Requiem dedicata ad Alessandro Manzoni ed eseguita nel primo anniversario della morte dello scrittore. Il ricordo che mi lega a San Marco è la direzione di una Passione secondo Matteo di Bach con una tale partecipazione del pubblico, spirituale, religiosa, unica».

Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Giugno 2018, 06:00
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