Primo caso al mondo di trapianto d'utero tra sorelle gemelle
La nuova madre, nata senza utero per una malformazione, ha 38 anni e ora, hanno spiegato i medici, potrà partorire ancora, se lo vorrà. La sorella aveva avuto tre figli, quando ha deciso di privarsi dell'organo, per donare una speranza a chi stava valutando se ricorrere alla maternità surrogata. Il trapianto è stato fatto a Belgrado il 26 marzo 2017: dieci ore di espianto e cinque di impianto. Il fatto che le due fossero gemelle ha cancellato il rischio di rigetto. Intanto era cominciato un programma di concepimento assistito a Stoccolma, con ovuli fecondati dal seme del marito e embrioni crioconservati. La gravidanza poi è stata seguita a Bologna dal Sismer, centro di ricerca per la fecondazione assistita: tutto è stato regolare e non ha avuto complicanze, così come non ci sono stati problemi durante il cesareo. La fecondazione assistita è necessaria perché il trapianto ha riguardato l'utero e non le tube e sarebbe stato rischioso fare diversamente. Non è neppure possibile, in questi casi, il parto naturale.
Il tutto è stato seguito da una sinergia di specialisti delle università di Goteborg, Stoccolma, Belgrado, Harvard e dal Sismer. «La più grande ricompensa è stata vedere i genitori felici», hanno detto i medici. «Quella di oggi è una pietra miliare sia nel campo della medicina della riproduzione che in quello dei trapianti. Questo successo si aggiunge a quelli già ottenuti nei trapianti madre-figlia, in cui abbiamo una percentuale di bambini nati dell'85%», ha aggiunto il professor Mats Brannstrom, direttore della clinica Stoccolma Ivf. Un risultato che si pensa di poter migliorare nei prossimi anni. La ricerca infatti avanza e potrebbe confrontarsi con nuove sfide. Sono diverse, tre o quattro al mese, le persone trans che chiedono informazioni. Ma è un tema che al momento è ancora sviluppato come ricerca specifica e in ogni caso, è stato spiegato, servirebbero diversi anni di test prima di poterne parlare. Leggi l'articolo completo su
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