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Ruggiano, 46 anni originario di Sant'Agata Dei Goti nel beneventano, ha ricordato così, intervistato da MilanoToday, quella giornata di ottobre. «Ero in turno 17-23 e verso le 21 una delle detenute ci ha segnalato che la figlia, di poche settimane, aveva sempre più febbre». In quel momento, come da procedura, l'agente ha iniziato a telefonare per chiedere aiuto presidio medico della struttura.
In quegli istanti però, la mamma della bambina ha iniziato a urlare che la figlia aveva smesso di respirare. La neonata era diventata cianotica. A quel punto il 46enne ha compreso che «l'unica cosa da fare era salvare la bambina e non c'era alternativa». Ha quindi affidato al collega la custodia temporanea delle detenute, preso la bambina e l'ha portata direttamente dai medici in ospedale.
«Sotto le nostre divise, c'è sempre il cuore di un essere umano. Prima di essere agenti di polizia penitenziaria siamo uomini», ha riferito il protagonista quando la vicenda è venuta fuori. Il suo gesto non solo ha permesso alla piccola di restare in vita, ma ha portato un po' di speranza alla madre e alle altre donne, detenute, come lei, insieme ai propri figli.
Per la sua azione eroica, l'agente ha ricevuto una telefonata di congratulazioni da parte del ministro di Giustizia, Alfonso Bonafede. «Sono molto onorato di aver ricevuto la chiamata dal ministro, non me lo aspettavo» ha detto Ruggeri. Leggi l'articolo completo su
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