Che il maltempo sarebbe arrivato era risaputo, ma nessuno poteva immaginare che potesse creare danni così ingenti. La burrasca, soprannominata «Santa Cecilia», che si è abbattuta sul litorale romano ha devastato gli stabilimenti balneari. Una vera e propria Caporetto in riva al mare.
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La mareggiata
Martedì 22 novembre, attorno alle 7:30 di mattina, il mare aveva già raggiunto livelli preoccupanti. Le onde alte, unite a un'alta marea dovuta alla forza del libeccio, hanno portato a una mareggiata senza precedenti. E a farne le spese più gravi sono stati gli stabilimenti balneari di Fregene. Alla «Nave», il forte vento e la forza delle onde non hanno permesso per molti minuti di avvicinarsi, nel tentativo di limitare i danni.
La forza distruttrice
La forza distruttrice dell'acqua si è abbattuta sugli stabilimenti. Il mare ha raggiunto i corridoi tra le cabine portando con sé detriti di ogni genere e, in pochi istanti, molte costruzioni sono state demolite. Gli scogli artificiali messi a protezione del litorale non esistevano più. Le onde hanno iniziato a colpire direttamente le strutture, martoriandole con forza. Ma non solo. I danni hanno riguardato anche i locali interni come ristoranti e terrazze. E, alla fine, la mareggiata si è abbattuta anche sulle strutture a vetro. Vetri blindati, costati una fortuna, che sono stati spazzati via dal mare, divelti e distrutti dall'impeto dell'acqua.
Gestori disperati
La reazione dei gestori degli stabilimenti non ha tardato ad arrivare. Tra pianti e sguardi persi nel vuoto, i titolari degli stabilimenti sono consapevoli che è stato un duro colpo dal quale sarà difficile rialzarsi. Un colpo micidiale che mette a rischio la prossima stagione balneare del litorale romano.
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