Sale il bilancio delle vittime del cavalcavia di Mestre, che ha visto un autobus precipitare nel vuoto lo scorso 3 ottobre. L'incidente ha provocato 14 feriti e 22 vittime, tra le quali l'ultima è venuta a mancare oggi, 4 aprile, dopo sei mesi di agonia. L'ultima vittima è la turista spagnola Rosalia Rodriguez Mendez, 52 anni: non ce l'ha fatta a causa delle ferite profonde e delle ustioni riportate su tutto il corpo. La donna era ricoverata da 6 mesi nel nosocomio di Padova, ma le sue condizioni non le hanno lasciato scampo. A dare la notizia è stato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che è stato informato dai sanitari dell'ospedale. Zaia ha espresso il proprio cordoglio alla famiglia della donna: «In particolare, do le mie condoglianze al fratello della signora, anche lui ricoverato tra i feriti del terribile incidente, ma dimesso il 26 ottobre scorso».
Tra i 14 feriti, rimane ricoverata soltanto una bambina di 4 anni, che ha subito degli interventi chirurgici il cui decorso, secondo i medici, è regolare.
I genitori della piccola Charlotte: «Lei veglia su di noi»
«Da quel giorno la nostra vita è cambiata per sempre», hanno dichiarato Maike Annabel Frommherz e Nico Volkmann.
Tra i passeggeri dell'autobus c'erano anche i genitori di Charlotte, la bambina di un anno e mezzo che non è sopravvissuta all'impatto. Nico Volkmann, il papà della piccola, non aveva riportato delle gravi ferite, a differenza della mamma della piccola Maike Annabel Frommherz, che invece era andata in coma. Le sue condizioni erano apparse subito disperate e i medici dell'ospedale di di Mestre l’avevano sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico. Verso la fine di ottobre, però, la donna si è risvegliata e adesso si sta man mano riprendendo, anche se si trova su una sedia a rotelle.
«All’inizio non ricordavo nulla. Solo con il trasferimento in una seconda clinica riabilitativa, a Tubinga, un po’ per volta Nico ha iniziato a spiegarmi cos’era accaduto - ha dichiarato al Corriere della Sera la donna -. I medici mi hanno detto che non potrò più camminare, è difficile immaginarmi tutta la vita su una sedia a rotelle. Come è impossibile accettare il pensiero di non rivedere Charlotte. Nico è convinto di essere stato salvato da un angelo. Ecco, io quel giorno ero morta e mi hanno rianimata, e francamente ancora non so dire se invece non sarebbe stato meglio andarmene con la mia bambina. Però forse è stata proprio lei, in quei pochi minuti, a decidere che la sua mamma doveva restare accanto al papà. E allora, se è Charlotte il nostro angelo, io non posso far altro che trovare la forza di andare avanti e combattere».
Dopo sei mesi dalla morte della loro bambina, nelle menti della mamma e del papà ricomincia ad affiorare qualche ricordo, anche se un po' offuscato. Nico ha spiegato: «Un po’ alla volta i ricordi riaffiorano: siamo saliti tutti sul bus, ci siamo seduti e poi il pullman ha cominciato a sbattere contro il guardrail. Subito dopo lo schianto ricordo che avevo molto sangue addosso e che vicino a me c’era una persona, non so dire se fosse viva. E ricordo che gridavo: Maike! Charlotte!»
«Io e Nico siamo rimasti molto amareggiati da alcune ipotesi che sono state azzardate subito dopo l’incidente - ha dichiarato la donna -, e che riguardavano il povero conducente del bus, anche lui tra le vittime: qualcuno ha ipotizzato che stesse usando il telefonino o che si fosse distratto. Quel che posso dire è che in quei giorni a Venezia tutti gli autisti sono stati sempre molto premurosi e attenti, e non ho mai visto nessuno di loro utilizzare il cellulare. E allora, visto che l’autopsia ha escluso anche l’ipotesi del malore - ha continuato-, forse l'ipotesi del cellulare è l'unica opzione».
«Vogliamo tornare sul luogo dell'incidente»
Non appena Maike si riprenderà, la coppia tornerà a Venezia, con lo scopo di parlare con il sindaco della città. «Appena starò un po’ meglio tornerò a Venezia per vedere con i miei occhi il luogo dell’incidente, ma anche per parlare con il sindaco Luigi Brugnaro e con le autorità italiane. Troppo spesso in Europa si vivono queste situazioni di pericolo. Occorre fare di tutto per garantire la sicurezza delle strade e dei luoghi pubblici. Voglio sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sul tema della sicurezza stradale - ha concluso Maike - Lo devo a Charlotte ma anche alle mamme di tutte le vittime della strage di Mestre».
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