«Occuparsi delle tombe delle persone che hanno ucciso - ha spiegato la direttrice del carcere Maria Antonietta Tucci - è il modo più efficace perché prendano coscienza, anche visivamente di quello che hanno fatto».
Si tratta di un progetto che ha avuto comunque delle difficoltà. «Chi accetta di partecipare al programma - ha raccontato - è spesso accusato dagli altri detenuti di essere un 'infame'» Leggi l'articolo completo su
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