Maria Sestina Arcuri, il giallo della morte: nuovo sopralluogo dei Ris nella casa. «Lesioni mortali non compatibili con gli scalini»

Andrea Landolfi e Maria Sestina Arcuri
Uno degli ultimi selfie di Maria, scattati prima della sua misteriosa morte la ritrae sorridente allo specchio, inconsapevole del drammatico destino a cui, da li a poco, sarebbe andata incontro. Il suo sogno di fare la parrucchiera in una grande città come Roma si era avverato. Era partita, da Nocara un paesino di poco più di trecento in provincia di Cosenza, lasciando la sua famiglia di origine e gli affetti più cari mettendo le sue speranze nella valigia e portando con se tanta voglia di emergere nel suo lavoro. Voleva trasferirsi in Spagna ed aprire un salone di bellezza ad Ibiza. Le sue ambizioni, come pure la sua vita si sono infrante quella maledetta notte a cavallo tra il 3 ed il 4 febbraio a Ronciglione nel viterbese dove stava trascorrendo il week end con il fidanzato, in casa della nonna di quest'ultimo. La poveretta è morta dopo atroci sofferenze all' ospedale Belcolle di Viterbo dopo che i medici hanno fatto del tutto per salvarla. Secondo il racconto dell' uomo si è trattato di un incidente. Nulla di più.



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Entrambi - secondo il racconto del 26 enne - sarebbero ruzzolati dalla scala irta e ripida composta da 17 gradini che porta alla mansarda dove i due pernottavano. Cosa le ha causato l' emorragia celebrale che l' ha uccisa rimane ancora un fitto mistero pieno d' interrogativi a cui i detective viterbesi dovranno rispondere. L' unico indagato, per omicidio volontario, rimane Andrea Landolfi il suo convivente, pugile dilettante ed operatore socio sanitario di professione in una struttura ospedaliera romana. Domani nell' appartamento, dove secondo la versione fornita da Landolfi i due sarebbero precipitati dagli scalini, ritorneranno i carabinieri del reparto investigazioni scientifiche per un altro sopralluogo dopo quello fatto pochi giorni dopo la morte sospetta. I tecnici passeranno al setaccio con le luci forensi alcuni manufatti interni, su cui durante il primo esame non sono state trovate tracce di sangue. Ipotesi che rafforzerebbe il convincimento che la scena del crimine non è mai stata quella e che Maria sarebbe arrivata a casa con Andrea con l' emorragia già in corso. Secondo l' ipotesi accusatoria formulata dalla procura di Viterbo che è in attesa della relazione medico legale dell' autopsia, la violenta lite con il fidanzato potrebbe essere avvenuta altrove o addirittura nella " Mini One" di Maria. L' autovettura è stata sequestrata ed attualmente si trova nel laboratori del RIS per gli accertamenti.



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I risultati dell' autopsia, la cui perizia è affidata a Mauro Bacci e Massimo Lancia di Perugia, due luminari nel campo della medicina legale che aiuteranno i carabinieri a delineare l' esatta dinamica dell'accaduto. La sera prima della tragedia, avvenuta da li a poco, i due sarebbero usciti per andare in un pub di Ronciglione,  “Il Castello”, dove sono rimasti fino all' una di notte.
Il titolare del locale, dove la coppia aveva trascorso la serata di sabato, ha raccontatò agli investigatori quello che  successe nel locale:« Hanno discusso. Dopo aver bevuto un bicchiere hanno ripreso la strada di casa. Lei era accigliata ed anche lui ha avuto un atteggiamento diverso dal solito. L'ultima volta che erano stati qui il ragazzo aveva cantato per lei al Karaoke e le aveva regalato una rosa». Sembra che proprio dentro la birreria tra i due fosse scoppiato un litigio perchè Maria era infastidita da uno sguardo che Andrea si era scambiato con una cameriera. Anche il fidanzato, secondo i parenti della ragazza è un tipo che si lasciava sopraffare da una forma morbosa di gelosia e per questo non gli andava a genio. Gli era stato presentato in Calbria da Maria durante le scorse festività natalizie. Sembra addirittura che avesse convinto Maria a licenziarsi dall' impiego che aveva come parrucchiera nel “Coiffeur”  del quartiere africano. I parenti della donna sono convinti che le cose sono andate diversamente. I loro dubbi sono gli stessi che hanno gli inquirenti.


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Il carattere “fumantino” di Andrea non lascia dubbi ai familiari della fidanzata che puntano il dito contro il pugile. «Mia sorella non è caduta dalle scale - racconta William Arcuri, fratelli della vittima. Andrea ci ha chiamati lunedì 4 febbraio, alle 9 di mattina. Ha detto che era successa una tragedia, che aveva sbattuto e che si era fatto male a gambe e spalla. Mia mamma gli chiedeva: ma mia figlia? Sestina dove è? Cosa le è successo? Ma Andrea parlava solo di sé. Poi ha detto che stavano salendo al secondo piano della casa - aggiunge William - che giocosamente si sono abbracciati, che si sono sporti e che sono caduti giù per le scale. Ma chi crederebbe a questa cosa? Dopo ciò, Andrea non si è fatto più sentire. Non ha chiesto delle condizioni di mia sorella e quando mia sorella è morta non era neppure in ospedale. Non è venuto nemmeno al funerale». L' avvocato Luca Cococcia, difensore di Andrea Landolfi, domani parteciperà al nuovo sopralluogo nella casa di Ronciglione dove vive la nonna del suo assistito. «Landolfi è drammaticamente provato dalla morte della sua compagna. E' molto provato dalla grave perdita subita. Attendiamo i risultati dell' autopsia che chiariranno la dinamica dell' accaduto. Non lo preoccupano le indagini ma il fatto di aver perso la compagna che amava».


IL MAXIBLITZ



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