Con il triplice fischio d'ordinanza, sono state ammainate le bandiere della Repubblica, dell'Europa e di Genova sulla facciata della Regione Liguria e dei palazzi istituzionali genovesi. «Per noi genovesi il crollo del Morandi è stata una tragedia terribile. Come ground zero per New York, città che ha saputo uscire dal disastro molto bene. Noi vogliamo fare la stessa cosa. Genova non è in ginocchio. Oggi ricordiamo le vittime e pensiamo alla ricostruzione per uscire dalla tragedia con la città più forti e grande di prima», ha detto il sindaco di Genova, Marco Bucci.
«Non credo che importi a qualcuno il nome del commissario. Il problema è fare le cose bene e presto. Non ingarbugliare le carte. Come istituzioni ci siamo fatti carico da un mese dell'emergenza facendo un lavoro straordinario e oggi chiediamo al Governo di poter continuare, di non avere disturbi ma aiuti, perché l'unico compito ora è riaprire il ponte», ha detto Giovanni Toti.
Quindi insieme al governatore Toti, al prefetto Fiamma Spena, al vicario mons. Anselmi, al sottosegretario Rixi e al presidente del consiglio Regionale Alessandro Piana con i parenti delle vittime e alcuni sfollati con gli occhi rivolti verso i monconi del viadotto ha osservato il minuto di silenzio. Fiori tra le mani e gli occhi colmi di lacrime.
Alcuni figli delle vittime mischiati a decine di giovanissimi atleti genovesi, accompagnati dagli allenatori e dai dirigenti delle società, hanno fatto un girotondo in mezzo a piazza De Ferrari. «Ci è sembrato doveroso invitare il mondo dello sport a partecipare a questo momento così importante», spiega Rino Zappalà, delegato Coni di Genova. Leggi l'articolo completo su
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