Firenze, Nardella lancia l'allarme: «Stipendi bassi, i giovani fuggono dalla città»

La soluzione potrebbe essere un patto tra politica e sindacati per invertire un trend negativo che potrebbe portare a una nuova recessione economica

Firenze, Nardella lancia l'allarme: «Stipendi bassi, i giovani fuggono dalla città»

Dario Nardella lancia l'allarme: «Gli stipendi a Firenze sono troppo bassi e i giovani fuggono dalla città». Così dal congresso regionale della Uil Toscana, il sindaco del capoluogo lancia un'idea per invertire il trend negativo: un grande movimento per il lavoro che veda uniti politica e sindacati.

 

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«Con la Uil e con tutte le organizzazioni sindacali dobbiamo lanciare un grande movimento per il lavoro: il mio partito è pronto a fare tutto quello che serve, ma anche a Firenze abbiamo molto a cuore la questione dell’occupazione», ha esordito Dario Nardella.

 

«Perché molti giovani - ha proseguito il sindaco - dopo che hanno vinto il concorso a Firenze tornano nel loro paese, spesso nel Sud? Perché con un salario così basso, con tutte le spese che ci sono da sostenere, gli affitti, i servizi, magari hai una famiglia e non ce la fai, quindi fai un altro concorso per avvicinarti a casa. Questa è la realtà».

 

«Se ci fossero salari più alti potremmo favorire anche la mobilità - spiega Nardella -, e questo vale pure per il sistema pubblico: voglio incontrare molto presto anche le rappresentanze sindacali della mia amministrazione per mettere a punto tutte le misure necessarie, e quindi essere competitivi anche nel settore del pubblico impiego». Per il sindaco di Firenze sono quattro i punti chiave: salari, formazione, il cuneo fiscale e le tasse sul lavoro «sia a carico delle imprese che dei lavoratori», i contratti di lavoro che purtroppo in gran numero sono ancora vecchi e devono essere rinnovati.


A fare da eco alle parole del primo cittadino di Firenze ci ha pensato, Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana, per il quale un patto sul lavoro diventa di vitale importanza: «Urge un incontro con la Regione e le istituzioni per trovare un’intesa che vada ad intercettare le risorse del Pnrr per rinnovare questa società, modernizzare la Toscana, realizzare infrastrutture e un lavoro sicuro, stabile, con salari dignitosi».

 

A spaventare è lo spettro di una nuova recessione economica che potrebbe abbattersi sulla Toscana. I dati forniti da Fantappiè, infatti, parlano per la Toscana di un Pil previsto al +4,6% che verrà rivisto al +2,3%, un indice di produzione industriale a -6,1% rispetto a gennaio 2020, 15mila aziende che potrebbero chiudere i bilanci in negativo, con un ritorno negativo per 117mila lavoratori.

 

Per la Uil, infatti, circa «il 60% dei lavoratori in Toscana opera in aziende con salari bassissimi». Le proposte del sindacato per invertire al rotta passano dalla forma del distretto e della filiera, da un modello imprenditoriale più centrato sull’aggregazione e sulla fusione, dalla formazione e da contratti stabili, «un punto fondamentale per tenere le persone in Toscana».

 

 

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