«Voglio vederla, voglio vederla». Le urla della mamma di Alina Crenicean squarciano il cielo. I parenti le accarezzano la testa. Sono scene strazianti davanti all'abitazione esplosa questa mattina, domenica 26 marzo, alle 8 in via Gorghi nella quale ha perso la vita la donna di 36 anni scesa in cucina a preparare la colazione.
La mamma disperata
«Andiamo via, andiamo in ospedale dai bambini» continuavano a ripetere le nuore. Ma lei non voleva staccarsi da sua figlia, da quell'abitazione ridotta a macerie, anche se le onoranze funebri avevano già portato via il corpo.
Il fratello di Michelangelo (il marito di Alina) Alberto, parla con i carabinieri, va avanti e indietro da quella casa semi distrutta. I capelli sono scompigliati, qualche ciocca è bruciata. È stato lui a tentare di salvare la famiglia. Appena sentito lo scoppio si è precipitato fuori casa. E ha visto l’orrore. I muri crollati, le fiamme altissime. "Eroe” lo hanno definito i vigili del fuoco per essersi gettato tra le fiamme per salvare la famiglia.
Cosa è successo
La donna si trovava a piano terra, dove è avvenuta l'esplosione, per preparare la colazione mentre il marito con i due figli era nelle stanze da letto al piano superiore: l'uomo è riuscito a prendere in braccio il più piccolo e a fuggire, mentre Alina Crenicean è morta sul colpo, riporta Il Gazzettino. Certamente la stanza al piano inferiore era satura di gas per un'esplosione del genere che ha smembrato la casa e non le ha lasciato scampo. Alina ha acceso la luce della cucina e ha innescato l'esplosione. Secondo l'ingegnere dei vigili del fuoco, Vicenzo Puccia, la perdita sarebbe da ricercare in una centralina gpl interrata (allacciata alla rete). Esclusi i fornelli del piano cottura che con i nuovi sistemi di sicurezza si spengono automaticamente.
Leggi l'articolo completo suLeggo.it