Ridotta di oltre la metà la pena per Emanuela Petrillo, l'infermiera condannata per aver somministrato soluzioni fisiologiche ai bambini al posto del vaccino in 187 casi tra Codroipo e Treviso dal 2009 al 2016. Dagli otto anni e mezzo in primo grado si è passati a quattro. La Corte d'appello di Trieste, infatti, ha accolto il concordato raggiunto nelle settimane scorse tra la Procura generale e l'avvocato dell'operatrice sanitaria.
Niente carcere
Emanuela Petrillo, oggi madre di due figli piccoli, potrà evitare il carcere, attraverso la sospensione della pena e l'affidamento in prova ai servizi sociali. Ma la condanna è stata ridotta anche perché nel frattempo sono andati in prescrizione alcuni reati, come il falso e l'omissione di atti d'ufficio, ma non il peculato.
Nessun movente
Le motivazioni della sentenza di primo grado avevano lasciato un punto interrogativo sul movente, dato che la donna non aveva mai manifestato ad altre persone idee contrarie ai vaccini. Salvo ricorsi delle parti civili in Cassazione, termina qui dal punto di vista penale una vicenda giudiziaria iniziata sei anni fa.
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