Nel 2021 ha simultato la sua morte dando fuoco a un'auto che aveva noleggiato in Albania, per poi ricomparire nove mesi dopo come presunto naufrago a bordo di un gommone nel mare Tirreno, dicendo che era sulle tracce di un presunto tesoro in stile coonte di Montecristo. Ora Davide Pecorelli, 49 anni di San Giustino (Perugia), imprenditore del settore beauty ed ex arbitro della sezione Aia di Arezzo, è stato condannato a 4 anni da un tribunale di Puke, in Albania, per incendio doloso, violazione dei confini nazionali albanesi da clandestino e ostacolo al raggiungimento della verità, mentre è stato assolto dalle accuse di vilipendio di cadavere e truffa. La procura di Puke aveva chiesto otto anni.
Dalla finta morte alla caccia al tesoro
Davide Pecorelli, come ripercorso in aula, è al centro di una vicenda complicata.
La condanna
In una nota il collegio difensivo di Davide Pecorelli, avvocati Andrea Castori e Massimo Brazzi, riferisce che oggi «il Tribunale di Scutari - I^ Sezione Penale, giudice Arber Cela, ha ritenuto insussistenti alcune gravi ipotesi di reato ascritte all'estradando e ritenute le attenuanti per il risarcimento del danno, nonché per la particolare condizione psicologica al momento del fatto, ha emesso la sentenza di condanna alla pena di anni 4 di reclusione che, a discrezione del giudice, potrà essere condizionalmente sospesa o convertita in lavori socialmente utili». Così «la severa richiesta del pubblico ministero, pari a 12 anni di reclusione - precisano gli avvocati difensori nella nota -, non ha trovato riscontro nella sentenza inflitta e pertanto la procedura di estradizione non sarebbe più sorretta dalla misura cautelare». I legali ricordano che «Pecorelli si è laureato nel mese di luglio 2023 in Ingegneria ed ha già superato brillantemente l'esame scritto del concorso per insegnante, apprestandosi ad ultimare il percorso con l'esame orale», inoltre nel dicembre 2023 «si è unito in matrimonio con la compagna albanese Jonida». «L'udienza innanzi alla corte d'appello di Perugia per decidere la richiesta di estradizione del signor Pecorelli è fissata per il 28 maggio 2024 - concludono - e però, allo stato, non pare eseguibile».
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