Cranio Randagio, nuovo giallo sulla morte del rapper di XFactor: «La casa ripulita troppo in fretta»
Erano stati proprio Bonolis e De Vincentiis a scoprire, all'ora di pranzo del giorno successivo, che Cranio Randagio non respirava più. Ma nonostante le pesanti accuse alle spalle nessuno ha ritenuto necessario fornire chiarimenti. Nemmeno l'appello della mamma di Vittorio Bos Andrei che aveva parlato di «immorale omertà di chi era con lui quella sera», è servito a scuotere i ragazzi coinvolti, tant'è che ci sono ancora dei giovani da identificare. Il lavoro dei poliziotti del locale commissariato e dei colleghi della Mobile ha ricostruito con difficoltà i fatti della notte e della mattina seguente viste le testimonianze contrapposte e corrette nel tempo forniti dal via vai di ragazzi che avevano partecipato alla festa.
L'autopsia che ha accertato le cause del decesso del rapper per «intossicazione acuta letale di ossicodone, ecstasy, ketamina, codeina e morfina» e l'analisi del traffico degli smartphone e alcuni filmati girati durante e dopo la festa, però, hanno chiarito gli ultimi dubbi. Con le immagini estrapolate da un telefonino è crollata la prima bugia: «Abbiamo fumato solo spinelli e qualche birra». In un primo filmato è proprio Cranio Randagio ad informare gli amici dello stato di massima disfunzione cerebrale in cui si trovava, per poi lanciare una dichiarazione d'affetto a Bonolis: «Ti voglio bene Bunuel. Mentre nell'ultimo lo si vede sul letto del padrone di casa, sotto una coperta, forse già morto. In altri fotogrammi c'è Jaime Garcia De Vincentiis che dice: «Ci sono cose brutte da vedere», e poi: «Cranio ciao, ciao Cranio». Quando gli sono stati mostrati, non ha saputo spiegare cosa intendesse.
«IO PORTO IL CRACK»
Dal suo telefono sono emersi contatti notturni con un altro pusher, ha spiegato che le chiamate le aveva fatte Vittorio, che poi accompagnò a comprare droga, negando di conoscere il venditore. Mentre uno scambio di sms dimostrerebbe il contrario. Dal cellulare di Cranio Randagio è stato estratto infine un messaggio ricevuto via Facebook qualche giorno prima. A scrivere Manente: «Io porto il crack». Uno scherzo per riderci su, è stata la giustificazione. Ma il crack Vittorio Boris Andrei poi però lo ha assunto davvero. E non solo.
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