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«Stiamo cercando di andare avanti e ho chiamato Guido Bertolaso, l'ex capo della Protezione civile ai tempi del terremoto. Sì, c'è stata polemica in passato, ma mi fido di lui, sarà il nostro consulente e ci aiuterà con i suoi contatti in tutto il mondo a realizzare questo ospedale da campo dedicato alle terapie intensive. Vorrei attraverso precisare una cosa - evidenzia Fontana - Non intendo fare politica con questo evento e non intendo fare polemiche né con il governo, né con la Protezione civile. Il fatto è che a dispetto di ogni difficoltà noi non vogliamo trovarci impreparati di fronte al peggio».
«L'analisi delle curve del contagio parla della necessità, e secondo me è questo il dato che fuori dalla Lombardia non percepiscono esattamente, di un grande centro di rianimazione.
Sempre peggio, quasi finiti posti in rianimazione «I numeri continuano ad aumentare, è sempre peggio. Siamo vicini al momento in cui non avremo più letti in rianimazione. Abbiamo progetti alternativi, sono necessari macchinari che servono a ventilare i polmoni. Se riuscissimo ad avere i macchinari, avremmo già un progetto per un ospedale in due capannoni della Fiera di Milano». Attilio Fontana si esprime così intervenendo a Sky Tg24. «Sono stati predisposti i progetti, oggi avremo contatti con la Protezione Civile. Stiamo individuando medici che potrebbero far funzionare questi reparti, ma mancano i respiratori. Se arrivano i respiratori, noi siamo pronti con gli attacchi. Restano i miracoli che i nostri operatori riescono a compiere, recuperando più di 300 posti in rianimazione dal nulla. Spero che riescano ancora a compiere miracoli, non li ringrazieremo mai abbastanza». La Lombardia si sta muovendo per reperire i macchinari. «Stiamo parlando con la Cina, con gli Stati Uniti, con il Sud America. Poi tra questi fornitori ci possono essere anche truffatori e mitomani... Quando ci rendiamo conto che sono persone serie, iniziamo la trattativa».
Fontana invia messaggi distensivi alla Protezione Civile dopo i botta e risposta delle ultime ore: «Non voglio fare nessun tipo di polemica, dobbiamo lottare tutti insieme. Più conoscenze e rapporti internazionali abbiamo, più possibilità abbiamo di reperire questi macchinari. Il nuovo ospedale sarebbe un polmone per noi che siamo in difficoltà, ma lo sarebbe per tutto il paese se l'epidemia dovesse diffondersi». «Aspetto anche una telefonata da un grande imprenditore, che potrebbe aiutarci» a trovare i ventilatori. Leggi l'articolo completo su
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