Coronavirus in Lombardia, Fontana: «Sempre peggio, quasi finiti i posti in rianimazione»

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«Credo che ci sia una percezione sbagliatissima a Roma e non solo. Sentivo in tv un medico di Genova, faceva i discorsi di chi non ha coscienza di cosa succede, perché la situazione è oggettivamente gravissima, il virus è subdolo, scompare e ricompare e colpisce duro. Siamo agli sgoccioli dei letti per la terapia intensiva, l'assessore mi dice che sono poche decine. Per questo noi avevamo fatto alla Protezione civile una proposta e ci avevano appoggiato. Loro avrebbero recuperato personale e ventilatori, noi i locali preparati come un reparto ospedaliero. Abbiamo già il progetto di massima al Padiglione 1 e 2 della Fiera. Ora non è colpa di nessuno e i ventilatori non si trovano e i medici mancano…». Lo afferma Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, in un'intervista al quotidiano 'La Repubblica'.

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«Stiamo cercando di andare avanti e ho chiamato Guido Bertolaso, l'ex capo della Protezione civile ai tempi del terremoto. Sì, c'è stata polemica in passato, ma mi fido di lui, sarà il nostro consulente e ci aiuterà con i suoi contatti in tutto il mondo a realizzare questo ospedale da campo dedicato alle terapie intensive. Vorrei attraverso precisare una cosa - evidenzia Fontana - Non intendo fare politica con questo evento e non intendo fare polemiche né con il governo, né con la Protezione civile. Il fatto è che a dispetto di ogni difficoltà noi non vogliamo trovarci impreparati di fronte al peggio». 

«L'analisi delle curve del contagio parla della necessità, e secondo me è questo il dato che fuori dalla Lombardia non percepiscono esattamente, di un grande centro di rianimazione. Il virus al 90% dei casi non è grave, ma a un 10% della popolazione causa una gravissima polmonite. Per questi malati serve un letto per la rianimazione, anche per una dozzina di giorni, e la crescita dei contagi porta all'esaurimento dei letti. - sottolinea ancora Fontana - Noi in due settimane ne abbiamo creati 300, e li abbiamo aggiunti ai 650 che già c'erano, puoi fare miracoli ma esistono studi seri che parlano di 4mila persone da ricoverare in terapia intensiva in Italia a breve». «Noi siamo i primi a essere finiti nello tsunami, anche la signora Merkel si è detta disposta a collaborare e se lo fa le dirò grazie per tutta la vita.
Insomma, il 'modulo' studiato da Regione e Fiera Milano può servire per tutta l'Europa e fuori dall'Italia l'hanno compreso. - conclude Fontana - E se da noi passerà l'emergenza, i malati da altre regioni potranno trovare qui il posto che non hanno a casa loro».


Sempre peggio, quasi finiti posti in rianimazione «I numeri continuano ad aumentare, è sempre peggio. Siamo vicini al momento in cui non avremo più letti in rianimazione. Abbiamo progetti alternativi, sono necessari macchinari che servono a ventilare i polmoni. Se riuscissimo ad avere i macchinari, avremmo già un progetto per un ospedale in due capannoni della Fiera di Milano». Attilio Fontana si esprime così intervenendo a Sky Tg24. «Sono stati predisposti i progetti, oggi avremo contatti con la Protezione Civile. Stiamo individuando medici che potrebbero far funzionare questi reparti, ma mancano i respiratori. Se arrivano i respiratori, noi siamo pronti con gli attacchi. Restano i miracoli che i nostri operatori riescono a compiere, recuperando più di 300 posti in rianimazione dal nulla. Spero che riescano ancora a compiere miracoli, non li ringrazieremo mai abbastanza». La Lombardia si sta muovendo per reperire i macchinari. «Stiamo parlando con la Cina, con gli Stati Uniti, con il Sud America. Poi tra questi fornitori ci possono essere anche truffatori e mitomani... Quando ci rendiamo conto che sono persone serie, iniziamo la trattativa».

Fontana invia messaggi distensivi alla Protezione Civile dopo i botta e risposta delle ultime ore:
«Non voglio fare nessun tipo di polemica, dobbiamo lottare tutti insieme. Più conoscenze e rapporti internazionali abbiamo, più possibilità abbiamo di reperire questi macchinari. Il nuovo ospedale sarebbe un polmone per noi che siamo in difficoltà, ma lo sarebbe per tutto il paese se l'epidemia dovesse diffondersi». «Aspetto anche una telefonata da un grande imprenditore, che potrebbe aiutarci» a trovare i ventilatori.
Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Marzo 2020, 19:55
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