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C'è una «decrescita nel numero dei casi se considerati per data di comparsa dei sintomi e ciò trova riscontro nei modelli matematici», ha aggiunto. Nella fase 2 sarà importante rafforzare soprattutto il controllo del territorio con l'identificazione rapida dei focolai, test, rintraccio e isolamento dei contatti e azioni di contenimento ed eventuale creazione di zone rosse, ha detto Rezza.
Non c'è nessun picco nella curva dell'epidemia: «si è trattato di un picco artificioso», generato dal lockdown. Vediamo che c'è trend alla decrescita nel numero dei casi se presentati per data di comparsa dei sintomi, ma il virus non sta scomparendo. «Spesso si parla di nuovi contagi, ma si tratta in realtà di vecchie notifiche. Adesso è importante considerare comparsa dei sintomi».
BRUSAFERRO: TEST PER CONVIVERE CON VIRUS I test permetteranno di convivere con il virus e in particolare con il livello di contagiosità R sotto 1, ha aggiunto invece Brusaferro. La fase di riapertura andrà fatta «con grande cautela», raggiungendo i contatti e sorveglianza del numero dei ricoveri. «Dovremo ripensare e riorganizzare la nostra organizzazione della vita sia nei trasporti che nel lavoro e nelle attività quotidiane».
Sarà necessario verificare i fattori di rischio all'interno dei luoghi di lavoro e utilizzare strumenti come il distanziamento sociale, l'adozione di protezioni e il ricorso a barriere fisiche.
Ci sono 160mila persone positive a tamponi e le persone con sintomi si stanno riducendo con la curva in fase decrescente a livello nazionale. I dati sull'epidemia di nuovo coronavirus in Italia raccontano la «storia di un Paese con livelli di circolazione diversi» a seconda delle regioni, ha detto Brusaferro, aggiungendo che nel paese ci sono zone a circolazioni diverse e l'adozione delle misure ha limitato la circolazione in altre aree del paese. il trend è decrescente anche in Lombardia. Leggi l'articolo completo su
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