Coronavirus, l'Iss: «Nella fase 2 torneranno le zone rosse. Il virus non sta scomparendo»

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L'Istituto Superiore di Sanità ha tenuto questa mattina una conferenza stampa per fare il punto della situazione soprattutto sulla futura Fase 2 e su cosa succederà quando finirà il lockdown. A parlare, sia l'epidemiologo Gianni Rezza che il presidente dell'istituto, Silvio Brusaferro. Le zone rosse, ha detto Rezza, «torneranno ad essere una delle misure importanti quando non ci sarà piu il lockdown del paese». «Stiamo assistendo ad una diminuzione della trasmissione ma probabilmente il virus continuerà a circolare anche se a più bassa intensità».

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C'è una «decrescita nel numero dei casi se considerati per data di comparsa dei sintomi e ciò trova riscontro nei modelli matematici», ha aggiunto. Nella fase 2 sarà importante rafforzare soprattutto il controllo del territorio con l'identificazione rapida dei focolai, test, rintraccio e isolamento dei contatti e azioni di contenimento ed eventuale creazione di zone rosse, ha detto Rezza.

Non c'è nessun picco nella curva dell'epidemia: «si è trattato di un picco artificioso», generato dal lockdown. Vediamo che c'è trend alla decrescita nel numero dei casi se presentati per data di comparsa dei sintomi, ma il virus non sta scomparendo. «Spesso si parla di nuovi contagi, ma si tratta in realtà di vecchie notifiche. Adesso è importante considerare comparsa dei sintomi». 

BRUSAFERRO: TEST PER CONVIVERE CON VIRUS I test permetteranno di convivere con il virus e in particolare con il livello di contagiosità R sotto 1, ha aggiunto invece Brusaferro. La fase di riapertura andrà fatta «con grande cautela», raggiungendo i contatti e sorveglianza del numero dei ricoveri. «Dovremo ripensare e riorganizzare la nostra organizzazione della vita sia nei trasporti che nel lavoro e nelle attività quotidiane».

Sarà necessario verificare i fattori di rischio all'interno dei luoghi di lavoro e utilizzare strumenti come il distanziamento sociale, l'adozione di protezioni e il ricorso a barriere fisiche.
Definire questo scenario, ha aggiunto Brusaferro, «sarà un passaggio fondamentale nelle prossime settimane» perché «passo dopo passo» si tratterà di definire le misure che permettano di ridurre al massimo i rischi di infezione. Nella fase 2 l'attenzione sarà posta sull'isolamento domiciliare e le persone a casa, è «la nuova frontiera. Il sistema si sta muovendo verso questo tipo di approccio». 


Ci sono 160mila persone positive a tamponi e le persone con sintomi si stanno riducendo con la curva in fase decrescente a livello nazionale. I dati sull'epidemia di nuovo coronavirus in Italia raccontano la «storia di un Paese con livelli di circolazione diversi» a seconda delle regioni, ha detto Brusaferro, aggiungendo che nel paese ci sono zone a circolazioni diverse e l'adozione delle misure ha limitato la circolazione in altre aree del paese. il trend è decrescente anche in Lombardia. 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Aprile 2020, 14:38
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