Della stessa idea il medico di Castiglione, Bertonico e Casale Paolo Leotta, in isolamento fino all’inizio della prossima settimana, nella Bassa. «Il sospetto clinico che potesse essere in giro da prima ce l’ho anch’io - commenta -, senza guardare gli accertamenti diagnostici è difficile dire che le polmoniti precedenti fossero forme interstiziali. Dal punto di vista obiettivo, però, mi sono accorto che in alcuni casi c’erano dei referti che accomunavano le polmoniti; non abbiamo avuto il tempo di disporre di radiografie del torace o di altri controlli ematici, ma ho in mente due o tre casi che vanno in quella direzione. In genere, le polmoniti interstiziali non sono tantissime, vederne così tante, tutte raggruppate nello stesso periodo, fa pensare che l’agente eziologico potesse essere il Covid. Ricordo un paziente abbastanza giovane che poi è guarito, ai primi di febbraio, forse anche prima, e altri pazienti più recenti, invece, chiaramente contagiati e ancora ricoverati, con comorbilità importanti, intorno agli 80 anni. Alcune malattie dermatologiche, per esempio quando vengono curate, fanno abbassare le difese immunitarie, predisponendo l’organismo ad altre malattie». Leggi l'articolo completo su
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