Coronavirus, la storia dell'estetista Sabrina: «Con il lockdown non ho più un soldo in tasca»

Coronavirus, la storia dell'estetista Sabrina: «Non ho più un soldo in tasca». Sabrina Miglietta lavora come apprendista nel centro estetico "Monica", a La Loggia (Torino). Studia ancora, per questo ha un contratto part-time e lavora solo nel pomeriggio.


Leggi anche > Treni, assalto e boom di biglietti venduti per partire lunedì 4 maggio. «Tre milioni di italiani in viaggio, esodo verso sud»
 
Intervistata dal quotidiano La Stampa, Sabrina ha raccontato la sua storia: «Sa quanto mi spetta con la cassa integrazione? Poco più di 200 euro. Superfluo dire che non ho più soldi in tasca. Nel mio centro estetico siamo due dipendenti, oltre alla titolare e alla figlia che sta studiando per fare questo mestiere. Abbiamo un buon rapporto, facevamo progetti per il futuro e per la nostra stabilità. Ora sembra tutto così lontano. Abbiamo solo dubbi. Mi sembra complicato per una struttura tenere aperto se non ci sono clienti. E poi con il distanziamento potranno entrare meno persone quindi temo che servirà anche meno personale».

Prima dell'ultimo dpcm che ha introdotto la Fase 2, il centro estetico si stava preparando per aprire in sicurezza, seguendo il protocollo firmato da Cna Benessere e Sanità con i sindacati. «La mia titolare ci contava molto, credo che sapere di non poter ripartire ancora per oltre un mese l’abbia scoraggiata. Sono tutti in difficoltà in questo periodo, manca liquidità e le spese fisse restano alte». 

Durante il periodo di lockdown, Sabrina è stata anche contattata per lavorare in nero. «Mi hanno chiamato persone che conosco della zona per chiedermi di andare a casa loro a fare cerette e pedicure ma io ho detto di no. Non si deve scherzare con la salute. Non metto a rischio la mia sicurezza per lavorare un po’. Eppure ci sarà sicuramente qualcuno che lo farà, purtroppo in Italia spesso accade così anche se non dovrebbe». Leggi l'articolo completo su
Leggo.it