Le attività si inquadrano nell'ambito di una indagine di polizia giudiziaria diretta dalla Procura della Repubblica di Venezia per i reati di truffa e riciclaggio, che coinvolge nel complesso 15 indagati. Le investigazioni sono scaturite da una serie di querele presentate da numerosi ignari cittadini che, attratti dai prezzi convenienti pubblicizzati on line per autovetture di pregio da un autosalone di Chioggia, Ok Auto, hanno proceduto alla stipula di numerosi contratti di acquisto versando i relativi acconti, senza poi ottenere la consegna delle auto.
L'autosalone, infatti, dopo soli 3 mesi di attività, a settembre dello scorso anno ha frettolosamente chiuso i battenti, liberando i locali utilizzati da arredi ed auto, mentre i responsabili della società hanno fatto perdere le proprie tracce. L'analisi dei dati contenuti nelle querele, molte delle quali pervenute alla Stazione dei Carabinieri di Chioggia, ha permesso di meglio individuare gli artefici della truffa nonché le autovetture che sono state utilizzate quale «specchietto» per attrarre i clienti, alcune delle quali tuttora non immatricolate in Italia.
Dalle successive indagini finanziarie condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Venezia è emerso che i conti correnti della società e dell'amministratore erano stati immediatamente «svuotati» e i proventi della truffa trasferiti su ulteriori posizioni bancarie in Croazia, Germania e Inghilterra, intestate a soggetti risultati essere meri prestanome. In alcuni casi è emerso che il provento della truffa è rientrato nella disponibilità dei responsabili, mentre in altri è stato utilizzato per l'acquisto di autovetture di lusso. All'esito degli accertamenti patrimoniali condotti dalla Guardia di Finanza e delle indagini sul territorio dei Carabinieri la Procura di Venezia ha disposto i provvedimenti cautelari e di sequestro eseguiti oggi.
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