Auto di lusso a prezzi stracciati: acconto versato ma il bolide non arriva. Autosalone e titolari scomparsi

Maserati e Audi a prezzi stracciati: acconto versato ma il bolide non arriva. Autosalone e titolari svaniti nel nulla
I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Venezia e i Carabinieri della Compagnia di Chioggia-Sottomarina (Venezia) stanno eseguendo un provvedimento del G.I.P. presso il Tribunale di Venezia con cui è stato disposto l'obbligo di dimora nei confronti di 6 persone, nonché il sequestro preventivo di 7 autovetture di lusso (Maserati, BMW X5, Mercedes, Audi, Land Rover) e di oltre 600 mila euro, per il reato di riciclaggio. Sono in corso inoltre 16 perquisizioni locali e domiciliari nelle province di Venezia, Padova, Vicenza, Treviso, Reggio Calabria e Caltanissetta nei confronti dei destinatari delle misure, nonché di ulteriori soggetti coinvolti.

Le attività si inquadrano nell'ambito di una indagine di polizia giudiziaria diretta dalla Procura della Repubblica di Venezia per i reati di truffa e riciclaggio, che coinvolge nel complesso 15 indagati. Le investigazioni sono scaturite da una serie di querele presentate da numerosi ignari cittadini che, attratti dai prezzi convenienti pubblicizzati on line per autovetture di pregio da un autosalone di Chioggia, Ok Auto, hanno proceduto alla stipula di numerosi contratti di acquisto versando i relativi acconti, senza poi ottenere la consegna delle auto.

L'autosalone, infatti, dopo soli 3 mesi di attività, a settembre dello scorso anno ha frettolosamente chiuso i battenti, liberando i locali utilizzati da arredi ed auto, mentre i responsabili della società hanno fatto perdere le proprie tracce. L'analisi dei dati contenuti nelle querele, molte delle quali pervenute alla Stazione dei Carabinieri di Chioggia, ha permesso di meglio individuare gli artefici della truffa nonché le autovetture che sono state utilizzate quale «specchietto» per attrarre i clienti, alcune delle quali tuttora non immatricolate in Italia.

Dalle successive indagini finanziarie condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Venezia è emerso che i conti correnti della società e dell'amministratore erano stati immediatamente «svuotati» e i proventi della truffa trasferiti su ulteriori posizioni bancarie in Croazia, Germania e Inghilterra, intestate a soggetti risultati essere meri prestanome.
In alcuni casi è emerso che il provento della truffa è rientrato nella disponibilità dei responsabili, mentre in altri è stato utilizzato per l'acquisto di autovetture di lusso. All'esito degli accertamenti patrimoniali condotti dalla Guardia di Finanza e delle indagini sul territorio dei Carabinieri la Procura di Venezia ha disposto i provvedimenti cautelari e di sequestro eseguiti oggi.


 
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Febbraio 2019, 15:54
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