Rossa o arancione? La decisione sul destino del colore di Milano e della Lombardia sarà presa probabilmente oggi dal governo. Ieri una giornata di tira e molla. Nel pomeriggio, il governatore Attilio Fontana, dopo un primo vertice con Roma, ha sbottato: «Il governo vorrebbe mantenere la Lombardia in zona rossa, con le restrizioni più severe, fino al 3 dicembre». Evidente tutta la sua contrarietà. «Dopotutto siamo da due settimane pienamente nei parametri previsti per il passaggio. Non farlo significa non fotografare la realtà dei fatti e non considerare i grandi sacrifici dei lombardi», ha sottolineato Fontana. Poi, in serata, lo spiraglio, dopo la telefonata avuta con il ministro della Salute Roberto Speranza: «Ho avuto un confronto schietto e diretto con il ministro. Entrambi condividiamo che, secondo il modello delle zone predisposto dal governo, la Lombardia abbia tutti i requisiti per passare da quella rossa a quella arancione. Ci siamo lasciati con l’impegno di riaggiornarci molto presto per verificare quella che realmente può essere la data giusta per allentare le misure restrittive nella nostra regione».
I dati dimostrano un rallentamento del virus, ma a incidere in modo negativo potrebbe essere il numero dei decessi, sempre molto elevato: ieri 207 in Lombardia (mercoledì 155) per un totale di 21.212 da inizio pandemia. In miglioramento, invece, i ricoveri in terapia intensiva (- 8); 118 i nuovi ricoverati negli altri reparti. Infine, a fronte di 44.231 tamponi effettuati i nuovi positivi sono 5.697, con un rapporto del 12,8% tra contagiati e test processati. In calo, i casi nella Città Metropolitana: 2.060 (2.261 mercoledì); di questi a Milano città sono 1.020. Intanto, l’assessorato al Welfare ha anticipato che saranno «oltre 200mila i soggetti coinvolti nella prima fase di somministrazione del vaccino Covid», fra operatori sanitari degli ospedali pubblici, ospiti e personale della case di riposo.
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