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«Abbiamo letto le recenti dichiarazioni dell’assessore Carlo Cafarotti e siamo andati a verificare di persona lo stato dell’opera e le cause dei ritardi che ne hanno impedito l’apertura – spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - Siamo rimasti sbalorditi dall’imponenza di quanto è stato fatto senza spendere un solo euro di soldi pubblici, e riteniamo grave che un simile progetto che potrebbe portare milioni di visitatori nella capitale, con vantaggi per le casse comunali e per tutto l’indotto, sia ancora fermo».
«Chiediamo pertanto un incontro all’assessore Cafarotti e alla società concessionaria che sta realizzando l’opera, per capire come accelerare i tempi e chiudere il progetto che è di evidente interesse pubblico – prosegue Rienzi - Rinunciare ad ospitare a Roma il più grande acquario d’Europa è un suicidio culturale, turistico ed economico, e siamo certi che anche l’attuale giunta capitolina sarà in prima fila per sostenere questo grande progetto ormai quasi finito che rappresenta anche un miracolo di ingegneria costruttiva, essendo interamente realizzato con soluzioni tecnologiche di avanguardia e uniche al mondo».
«L’uscita infelice di Cafarotti ha seminato sconcerto tra i residenti e gli operatori commerciali della zona - afferma il consigliere del Pd capitolino, Giovanni Zannola - Ho predisposto pertanto un’interrogazione urgente all’assessore per conoscere le motivazioni che lo hanno indotto alle affermazioni e per sapere quali interventi sono stati messi in atto dal Campidoglio per accelerare i tempi di realizzazione del progetto e per aprire quanto prima i battenti del nuovo acquario di Roma».
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