«È stato un anno di lavoro. Molto intenso», dice il ministro a Chi. «Abbiamo tenuto ritmi sostenuti e chiesto alle Camere di lavorare cinque e anche sei giorni a settimana. Il mio bilancio è positivo anche se resta molto da fare. Abbiamo davanti altri tre anni di duro lavoro per completare ciò che abbiamo in mente e che serve al Paese».
Un rammarico? La rottura del patto del Nazareno. «Ci abbiamo lavorato molto per varare le riforme ed è stato anche merito di Forza Italia partecipare a questo progetto», dice il ministro. «Mi dispiace che FI abbia cambiato idea. Per me non è spiegabile che dopo l’elezione di Mattarella a presidente della Repubblica abbia prevalso la linea Brunetta, che è sempre stato contrario alle riforme. Spero che ci ripensino».
La Boschi elenca, allora, risultati e obiettivi: «La legge elettorale è stata approvata alla Camera e al Senato, siamo riusciti a far passare, anche a costo di qualche notturna, una riforma costituzionale non facile con una trasformazione totale del Senato e il Jobs Act. Questo è il punto più importante, visto che ci sono in ballo i posti di lavoro per migliaia di giovani della mia età. Abbiamo risolto numerose crisi aziendali a Taranto, Gela, Terni, Trieste e Piombino, salvando i posti dei lavoratori, ma non sono ancora soddisfatta su questo fronte. Il fatto che un ragazzo su due della mia età sia senza lavoro è gravissimo, anche se iniziano a esserci segnali positivi».
«I momenti più emozionanti? Uno è stato il viaggio in Congo, quando siamo andati a recuperare i bambini adottati dalle famiglie italiane. Anche lì il nostro lavoro non è finito. Sono sempre in contatto con le famiglie».
«È cambiato qualcosa nella mia vita privata? Non ancora.
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