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«Per guarire ho provato di tutto: prima sono andata dai medici e poi sono finita dai santoni», confessa Kasia Smutniak. «Santoni di ogni genere. Da quello che aveva più vitiligine di me, a quello che, invece di chiedermi come stavo, mi ha messo in mano il dvd di Perfetti Sconosciuti da autografare. Quando mi hanno bruciato delle conchiglie in faccia e poi mi hanno fatto sotterrare del pelo di pecora nel giardino di casa, mi sono detta: adesso basta».
L'attrice, che ha deciso di non nascondere più le macchie bianche che provoca la malattia - «un santone nepalese che non mi ha guarita come tutti gli altri mi ha dato però una bella interpretazione della vitiligine, mi ha detto: sei un serpente, stai cambiando la pelle», racconta - sta portando avanti una battaglia contro il fotoritocco della sua immagine. «Ho 40 anni, ho fatto molta strada, non sono più una ragazza ed è giusto rivendicare il cambiamento», dice. «Qualche giornale rispetta la mia scelta, altri mi rispondono: allora abbiamo un problema. Mi chiedo se il problema sia mio che sono un mostro oppure loro, che non vogliono pubblicare un po' di verità».
Il suo quarantesimo compleanno è stato festeggiato lo scorso settembre, il party si è, a sorpresa, trasformato in un matrimonio tra lei e Domenico Procacci, suo compagno da molti anni e padre di Leone, secondo figlio dell'attrice, dopo Sophie, avuta da Pietro Taricone. «Sposarci ha cambiato qualcosa. Mi piace - e non l'avrei mai detto - la parola 'moglie'. È un po' come dottoressa, professoressa. Quando la sento, e parlano di me, divento contenta, dentro». Leggi l'articolo completo su
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