Tornato in patria come una star, Viktor Bout si è già offerto a Vladimir Putin come volontario per combattere in Ucraina. Il trafficante d'armi, rientrato nello scambio di prigionieri tra Russia e Usa che ha portato alla liberazione della cestista Brittney Griner, ha fatto sapere di sostenere «con tutto il cuore» la guerra contro Kiev e ha specificato di amare Putin, che ha lavorato per la sua scarcerazione. In carcere teneva appeso un poster dello zar: «Perché no? Sono orgoglioso di essere russo e che il nostro presidente sia Putin», ha detto.
Chi è Viktor Bout
La liberazione di Bout, nonostante abbia portato alla restituzione di Brittney Griner, è oggetto di diverse critiche interne per l'amministrazione Biden. Anche il Pentagono ha espresso perplessità sull'operazione che ha coinvolto il "mercante di morte" e il timore è che possa tornare a trafficare armi. L'uomo era stato arrestato nel 2008 dalla US Drug Enforcement Agency per un'operazione internazione di droga e condannato a 25 anni di carcere per cospirazione con un'organizzazione terroristica e complotto per uccidere civili e funzionari americani.
«I paesi occidentali vogliono distruggere la Russia», ha detto Bout subito dopo la liberazione. «L’Occidente crede di non averci finito nel 1990, quando l’Unione Sovietica ha iniziato a disintegrarsi, e pensano di poterci semplicemente distruggere di nuovo e dividere la Russia». Sul carcere negli Stati Uniti ha detto: «Gli altri detenuti erano solidali con la Russia, o almeno, quelli che non ne sapevano nulla mi facevano domande», sottolinenando di non aver subito discriminazioni.
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