Così Trezeguet ha insultato i poliziotti: «Pezzenti, non guadagnate nemmeno duemila euro...»
Carolina Buitron ha raccontato che stava facendo un giro in bici con due sue cugine quando si sono fermate nel negozio e una delle sue cugine, di 15 anni, è entrata per comprare delle patatine. «All'inizio sembrava che tentasse di essere amichevole», ha detto. Poi il cassiere ha fatto domande sullo status legale delle due cugine che aspettavano all'esterno, chiedendo se fossero adottate.
Quando ha saputo che venivano dal Messico ha chiesto se erano illegali. «Io sono americano», ha sottolineato indicando il proprio petto e chiedendo alla ragazza se anche lei era una cittadina americana. Ne è nata una discussione, con il commesso che ammoniva «non conosci le regole? devono tornare al loro Paese». Buchanan Energy, proprietaria del minimarket, si è scusata e ha reso noto che il dipendente non lavora più per la società.
COS'ERA SUCCESSO Il 'caso' era scoppiato qualche giorno fa: in un tweet infatti il Presidente americano aveva attaccato quattro deputate democratiche di colore, Alexandria Ocasio-Cortez di New York, Rashida Tlaib del Michigan (prima donna di religione islamica a venire eletta al Congresso), Ayanna Pressley del Massachussets e Ilhan Omar del Minnesota (nata a Mogadiscio, in Somalia, e giunta negli Stati Uniti a 10 anni, e diventata cittadina statunitense nel 2000). A loro quattro, Trump aveva detto mezzi termini: «Tornate da dove siete venute».
LA REAZIONE DELLE DEPUTATE Le quattro deputate non si sono fatte intimidire: «Con i suoi tweet razzisti e xenofobi promuove l'agenda dei nazionalisti bianchi». «Non sa come difendere le sue politiche, quindi ci attacca personalmente». «Questo Paese appartiene a tutti e lo amiamo». La «squad», come si sono ribattezzate, si è presentata insieme davanti ai microfoni e ha sfidato il presidente: «Siamo più di quattro, la nostra squadra è grande e include ogni persona che vuole costruire un mondo più equo e più giusto. Non staremo zitte», ha detto la Pressley, la prima a prendere la parola.
«Gli attacchi razzisti di Trump sono l'agenda dei nazionalisti bianchi», le ha fatto eco la collega Omar, che ha parlato indossando il copricapo musulmano. «Non ci faremo distrarre dal disprezzo della Costituzione di questo presidente», ha aggiunto la Tlaib, rinnovando l'appello a destituire il tycoon. «Questo Paese appartiene a tutti, noi amiamo questo Paese e la gente di questo Paese», ha incalzato la Ocasio-Cortez, accusando il presidente di agire «in totale cattiva fede» e di «contestare la nostra lealtà al Paese solo perché non sa come sfidare le nostre proposte per un Paese migliore e non può guardare un bambino in faccia per spiegargli perché lo mettiamo in gabbia».
La Ocasio-Cortez ha poi rincarato su Twitter: «Donald Trump ha deciso che non vuole essere il presidente degli Stati Uniti. Non vuole essere il presidente di quelli che dissentono. E preferisce vedere la maggior parte degli americani andarsene piuttosto che gestire la venerata tradizione del dissenso della nostra Nazione. Ma non lasceremo le cose che amiamo». Ma il tycoon, fedele alla sua strategia di alimentare le polemiche da lui stesso create, ha poi continuato i suoi attacchi via Twitter. «Le deputate democratiche hanno vomitato alcune delle cose più vili, odiose e disgustose mai dette da un politico alla Camera o al Senato, e ancora hanno un pass gratuito e un grande abbraccio dal partito democratico», ha scritto, accusandole di essere contro Israele e gli Usa e pro terrorismo. «Il nostro Paese è libero, bello e di gran successo. Se lo odi o non sei felice di stare qui, puoi andartene», ha ripetuto.
Poi si è difeso e ha lanciato un monito al suo partito: «quei tweet non erano razzisti. Non ho un osso razzista nel mio corpo! Il cosiddetto voto è una truffa democratica. I repubblicani non dovrebbero mostrare 'debolezzà e cadere nella loro trappola. Questo dovrebbe essere un voto sul linguaggio osceno, sulle dichiarazioni e le bugie delle deputate democratiche che odiano il nostro Paese», ha aggiunto. «Nancy Pelosi ha tentato di allontanarle ma ora sono per sempre sposate con il partito democratico. Ci vediamo nel 2020!», ha quindi affermato. Leggi l'articolo completo su
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