Bimbo di 5 anni ucciso a colpi di pistola: arrestato il vicino afroamericano. E sui social è bufera

Bimbo di 5 anni ucciso a colpi di pistola: arrestato il vicino afroamericano. E sui social è bufera
Un bambino di appena 5 anni, Cannon Hinnant, è morto in North Carolina mentre giocava con la sua bicicletta nel giardino davanti a casa. Per l'omicidio è stato arrestato un giovane di 25 anni, Darius Sessoms, accusato di omicidio di primo grado: quando il papà di Canon ha sentito il rumore di uno sparo, è uscito e ha visto il vicino alla porta accanto con una pistola in mano.


Il bimbo è stato trasportato in ospedale dove è successivamente morto. Sessoms è scappato ed è stato poi fermato dalla polizia non lontano dall'area. Ora è in carcere, dove sarà a processo il 25 agosto. Non è la prima volta che Sessoms finisce il carcere: dal 2007 è finito dietro le sbarre in altre due occasioni.



COSA E' ACCADUTO Austin, il papà del bambino, ha raccontato di essere corso fuori dopo aver visto il rumore di uno sparo e ha visto suo figlio ferito. 
«Ho chiesto aiuto, ho urlato perché qualcuno lo salvasse», le sue parole alla WRAL, tv affiliata della CNN. Poi ha guardato in alto e ha visto Darius che camminava avanti e indietro, con una pistola in mano: «Esplodevo dalla rabbia ma non potevo abbandonare mio figlio», ha spiegato il papà. A quel punto il vicino sarebbe fuggito. In una nota la polizia ha fatto sapere di aver inviato degli agenti in Archers Road, luogo dell'accaduto, il 9 agosto: il bimbo è morto poi dopo il trasporto nell'ospedale della zona. Sessoms è stato arrestato dopo essere stato individuato lunedì a una trentina di minuti di distanza da Wilson.



SOCIAL SCATENATI Su GoFundMe la famiglia del bambino ha lanciato una raccolta fondi per chiedere giustizia per il piccolo Cannon: in due giorni sono stati raccolti già oltre 320mila dollari, grazie alla grande eco che la storia ha avuto sui media americani e sui social. Il colore della pelle del presunto assassino del piccolo (Sessoms è afroamericano) ha fatto esplodere infatti tra i sostenitori di Trump una feroce polemica, con tanto di hashtag #sayhisname, in contrapposizione alle proteste dopo la morte di George Floyd. Altra carne al fuoco prima di una campagna elettorale per le presidenziali che si preannuncia sempre più dura.

 
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