Leggi anche > Hong Kong, polizia spara e ferisce due manifestanti, uno colpito al petto è gravissimo: il video choc
«L'arresto di oggi è un classico abuso di potere del criminale sistema giudiziario, basato su accuse giudicate già incostituzionali tempo fa. Comunque, io scelgo di non arrendermi». Queste le parole di Joshua Wong affidate al suo account ufficiale di Twitter, gestito insieme ad altri protestanti. L'attivista è diventato celebre non solo in patria, dove ha convinto migliaia di concittadini a lottare a testa alta contro le ingiustizie, ma anche nel resto del mondo. Joshua può contare inoltre sul sostegno di associazioni in difesa dei diritti umani, prima fra tutte Amnesty International.
Giovedì 24 settembre, la polizia ha arrestato l'attivista ventitreenne con l'accusa di aver partecipato ad un'assemblea non autorizzata nell'ottobre del 2019 e di aver indossato una mascherina, violando il divieto del governo sul loro uso. La protesta verteva proprio su questa normativa, giudicata assurda da Wong e dagli altri protestanti e incostituzionale dal tribunale. Wong è stato rilasciato poche ore dopo, dietro pagamento di una cauzione, ma dovrà comparire davanti alla corte il prossimo 30 settembre. Rischia cinque anni per la prima accusa e uno per la seconda.
L'attivismo politico di Joshua Wong è iniziato fin dai primi anni dell'adolescenza. Nel 2014 è stato uno dei protagonisti della Rivoluzione degli Ombrelli. Tre anni dopo fu incarcerato per la prima volta. Nonostante arresti e denunce continuino a moltiplicarsi negli anni, Joshua Wong è diventato una spina nel fianco per il governo di Pechino. Il giovane leader del movimento pro-democrazia, che lotta strenuamente per difendere i diritti umani e l'indipendenza di Hong Kong, tiene la schiena dritta: «Possono perseguitarci, possono arrestarci, possono rinchiuderci in prigione, ma non possono impedirci di combattere per la libertà». Leggi l'articolo completo su
Leggo.it