All’epoca partì l’appello: cooperiamo, mettiamoci insieme e salviamo l’azienda. Ma su 50 lavoratori solo in 12 decisero di crederci: misero sul tavolo i soldi dei loro Tfr (da 7 a 25mila euro), e con il loro denaro, la loro pazienza e il loro sacrificio hanno portato il capitale sociale a 130mila euro, aiutati da Legacoop, racconta Repubblica nelle pagine locali di Napoli.
L’azienda, ora cooperativa, produce telai in acciaio e reti antintasanti: 3mila metri quadri al mese da destinare al mercato italiano ed estero. I primi momenti furono drammatici: dopo essersi aggiudicati all’asta il magazzino e le macchine, gli operai-proprietari si ritrovarono con le prime scadenze da pagare e non avevano soldi, perché i Tfr tardavano ad arrivare. «Andavamo ogni mattina alle 7 a protestare agli uffici dell’Inps», ricorda Nicola Sodano, uno dei 12 “eroi”.
Poi alcuni sabotaggi e furti e infine un incendio al capannone a Nola, con quelle fiamme che misero a dura prova la loro pazienza: «Quelle fiamme le sogno ancora la notte, è stato un incubo - racconta un altro lavoratore, Antonio Cimmino - Abbiamo dovuto aspettare altri sei mesi». Infine il nuovo capannone ad Acerra, la ripartenza, l’inizio di una nuova vita, e ora la soddisfazione di essersi rimessi in carreggiata grazie alla cooperazione. Una storia che dovrebbe insegnare molto a tutti. Leggi l'articolo completo su
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