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Gli studiosi hanno esaminato 19 bambini nati tra le 30 e le 40 settimane di gravidanza, misurando le loro onde cerebrali nel momento in cui muovevano gli arti, scoprendo che a ogni movimento si attivava una zona del cervello. Inoltre, questa relazione è stata rilevata in maniera più evidente nei bambini nati prematuramente.
La conclusione raggiunta dagli scienziati sulla base di questi dati è che i movimenti dei feti nelle ultime fasi della gravidanza aiutano lo sviluppo di aree del cervello responsabili delle informazioni sensoriali e li aiutano a prendere coscienza del loro corpo.
Secondo gli studiosi, tale studio può aiutare a costruire un ambiente ospedaliero ottimale per i bambini nati prematuramente. Leggi l'articolo completo su
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