I RISCONTRI«A me non sono arrivate conferme - dice il sindaco di Volpago Paolo Guizzo - e devo dire che in questi giorni la situazione mi sembra più tranquilla. La banda che ha attanagliato il Montello, probabilmente la stessa, sembra essersi spostata verso Treviso. Ovviamente, la psicosi resta e fa brutti scherzi». L'attenzione resta comunque alta. Ogni cosa desta sospetto come, per esempio, le «due signore di colore, vestite elegantemente, che suonavano insistentemente il campanello in un appartamento di via Enrico Fermi. Sicuramente pensavano che non ci fosse nessuno a casa. Invece c'erano due ospiti del padrone di casa, che subito dopo è stato avvisato».
SOLUZIONIInsomma, se da un lato il controllo di vicinato è prezioso, è indubbio che questo vada gestito con intelligenza, attenzione e sensibilità. Ed è quello che sembra essere riuscito a fare Rino Manzan, sindaco di Povegliano, pioniere del Controllo di vicinato. Per raccontare la sua ricetta lo chiamano un po' tutti, a prescindere dal colore politico. E lui spiega. «Io credo che, perché il Controllo funzioni, debba esserci il sindaco o un assessore di riferimento all'interno dei gruppi. Io faccio parte di tutti i 21 attivati nel mio Comune. Quando arriva un messaggio o una chiamata rispondo sempre. Poi, a seconda dei casi, tranquillizzo la persona che mi ha chiamato o mi rivolgo ai carabinieri. Solo con una presenza diretta si evita la psicosi. Serve un rapporto con i cittadini, un assessore che faccia vedere che c'è». I ladri, poi, restano lontani se nel Comune ci sono tante telecamere. «Nel mio ne ho installate cinquanta (non molte meno di Montebelluna, che è molto più grande, ndr). Credo che ai ladri non faccia piacere sapere di poter essere immortalati dovunque». E conclude. «Nei giorni scorsi ho incontrato la prefetta: mi ha chiesto di spingere su questo argomento».
Laura Bon Leggi l'articolo completo su
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