Buglioni, velluto e seta della Valpolicella

Buglioni, velluto e seta della Valpolicella
«Nel 2004, in attesa del nostro primo Amarone eravamo considerati in Valpolicella quelli delle strase (stracci intesi come abbigliamento). Tutti scommettevano che non ce l’avremmo fatta e che presto avremmo abbandonato in nostro hobby». Mariano Buglioni, titolare dell’omonima cantina veronese, ama raccontare la sua storia di vignaiolo: un viaggio pieno di difficoltà e diffidenze che oggi ha reso la sua azienda vinicola una delle più apprezzate e premiate d’Italia. Imprenditore dell’abbigliamento e uomo capace di cogliere il desiderio di bello e buono che alberga in tutti noi, Mariano, insieme a papà Alfredo, si trova catapultato nel mondo del vino per caso, grazie all’acquisto, nel 1993, di un rustico con annesso terreno.


«Due mesi dopo – racconta – in trenta fra familiari, amici e dipendenti ci trovavamo a fare la nostra prima vendemmia; senza sapere neanche con quali forbici tagliare i grappoli». Nei primi sette anni il raccolto va ad aziende storiche della zona, ma poi vista la qualità di quei grappoli, nel 1999 padre e figlio decidono di ristrutturare il rustico e costruire una cantina. Nascono così gli Amarone Teste Dure, una Riserva che incarna il carattere di Mariano e Alfredo, e il Lussurioso, seguiti dal Ripasso Bugiardo, «scambiato – afferma Buglioni – per un Amarone da un esperto di vini che, una volta saputo si trattasse di un Ripasso disse: se non è un Amarone è un vino bugiardo», dal Valpolicella Superiore Imperfetto e dal Recioto Narcisista, oltre ad altre etichette di bianchi, rosati e spumanti. Non solo vino, ma anche ristorazione, sin dall’inizio dell’avventura.


«Le diffidenze iniziali – spiega – ci convinsero ad aprire un’osteria in centro a Verona (Osteria Del Bugiardo) per portare la cantina ai clienti. Fu per noi un grande colpo di fortuna. Abbinare vino alla ristorazione e poi all’ospitalità (Dimora Buglioni Wine Relais) è stato fondamentale; se non lo avessimo fatto non avremmo riscosso questo successo in un tempo così breve». Questo sì che è turismo enogastronomico, senza compromessi, in perfetto stile Buglioni.
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