Si sente troppa responsabilità addosso?
«Quella c'è per chi fa questo lavoro, indipendentemente dalla stella. Anzi, a volte mi scordo pure di averla. Vero è che non mi aspettavo di prenderla così presto, nonostante io e mio fratello Luca avessimo quest'obiettivo».
Arrivare sull'isola già non è facile. In più ci sono le aspettative della gente, no?
«Con quello ci si deve fare i conti. Ma faccio la cosa che davvero amo fare, e cioè cucinare, e tutto il resto viene dopo. Sono precisa e faccio in modo che i piatti che creo crescano man mano con me».
Quando è iniziato tutto?
«Da una mia fissazione: la scuola alberghiera. Ma sull'isola non c'era e inizialmente ero troppo piccola per andare a vivere in un'altra città da sola. A questo si aggiunge che ero (e sono) una ragazza vivace. Pensi che mia madre voleva mettermi in collegio. Solo a sedici anni, finalmente, sono riuscita a trasferirmi con delle amiche a Cefalù. Così l'alberghiero è diventato realtà».
E dopo?
«Da assistente in cucina, a lavorare in prima linea. Finito l'alberghiero, sono andata a Londra per un po', e poi sono tornata a Salina, al Signum, da sempre la passione della mia famiglia».
Difficile vivere sull'isola?
«Beh, non è facile per vari motivi. Ma è una terra così ricca di ingredienti e di cultura che non puoi non amarla».
Lei viaggia molto.
«Mi è sempre piaciuto. Durante la chiusura invernale, amo girare e assaggiare le cucine del mondo. Per poi farle mie. Mi affascina il sud America con cui ho in comune l'uso di spezie e agrumi. E tutto quello che apprendo girando cerco di farlo mio nei piatti».
Bagna cauda con i ricci di mare, il gelato al cappero, la triglia, lo spaghetto aglio e olio: il suo guru?
«Niko Romito. E il siciliano Corrado Assenza. Per il resto, spesso le ispirazioni mi vengono di notte. Mi sveglio e ho già in mente il piatto. Vado in cucina, in silenzio, e inizio a provare».
E chi assaggia per primo?
«Nessuno della famiglia. Preferisco lo faccia il mio secondo, lo chef Giacomo Caravello».
Un commento che le dà fastidio?
«Quando hanno scritto di me - che sono sempre sorridente - che non sorrido».
E uno che invece le fa piacere?
«Quando mi dicono che il piatto è commovente».
Prossimo viaggio?
«Stati Uniti. E penso di starci un po'. Chissà, magari tornerò con qualche idea a stelle e strisce».
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