Valentina Dallari e la sua battaglia contro l'anoressia: «Se sgarravo mi venivano gli attacchi di panico. Chi vi ama può salvarvi la vita»

Giovedì 25 Aprile 2024, 21:19

L'infanzia, l'adolescenza e l'arrivo dell'anoressia

Durante l'intervista, ha raccontato diversi episodi della propria infanzia e della propria adolescenza trascorse a Bologna. Si ricorda molto diversa dai membri della sua famiglia e, fin da piccolina, ha sempre avuto un rapporto molto travagliato con il suo corpo. «Quando gli altri andavano al mare, io rimanevo a casa a leggere. Mi sentivo costretta a spogliarmi, per cui evitavo di andarci - ha spiegatol'autrice - Ancora oggi, non ho capito se odiavo spogliarmi perché non mi piaceva il mio fisico o perché non sopportavo che gli altri mi guardassero mentre mi toglievo i vestiti».

Un disagio che, man mano, l'ha portata ad avere un brutto rapporto con il cibo, tanto da arrivare a pesare soltanto 37 chilogrammi. «Il mio disturbo era la mia ragione di vita, perché non c'era nient'altro al di fuori - ha raccontato la dj - io non esistevo se non nella disciplina, ed è assurdo perché ora che ci penso non è una logica che fa parte di me adesso. Pensavo di poter essere amata e di essere vista soltanto quando non ero me stessa. Questo è triste, molto».

E gli sgarri non erano concessi: «Se sgarravo, mi venivano gli attacchi di panico. Sgarrare per me voleva dire tornare come prima. Ricordo che pensavo: se io sbaglio, torno quella di prima. Per essere brava a lavoro, in famiglia e in amore dovevo controllarmi. Perché se mollavo un attimo la presa, voleva dire che avevo perso tutto. Per me lo sgarro era imperdonabile».

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