Vinicio Capossela in tour: «La politica oggi non sa rispondere, dobbiamo mobilitarci da soli»

Il cantautore porta nei teatri il suo ultimo album

Vinicio Capossela in tour: «La politica oggi non sa rispondere, dobbiamo mobilitarci da soli»

di Valerio Di Marco

È in partenza oggi “Con i tasti che ci abbiamo”, il tour di Vinicio Capossela che venerdì 13 e sabato 14 ottobre giungerà a Roma con due date all’Auditorium della Conciliazione. Lo spettacolo, che toccherà 30 città, è quello con cui il cantautore presenta nei teatri italiani il suo ultimo album, “Tredici Canzoni Urgenti”, pubblicato ad aprile e vincitore della Targa Tenco 2023.

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«Sono felice che le serate romane si terranno in una location a cui mi legano parecchi ricordi», afferma il musicista e compositore, che a proposito dello show aggiunge: «Già nel titolo ha una funzione propulsiva. Quando mancano dei tasti dal pianoforte, bisogna cercare melodie con quelli che sono rimasti. Il nostro concerto è un invito a fare con quello che si ha». Tra quello che ha lui c’è anche una enorme luna gonfiabile che caratterizzerà la scenografia: «Una luna come quella che si era immaginato Ariosto».
E il concerto come sarà?
«Un’esibizione di gruppo, basata sul disco e che farà della chiarezza la sua prerogativa».
Chiarezza come quella con cui ha preso posizione anche nel disco...
«È la diretta conseguenza dell’attuale momento storico caratterizzato dalla spettacolarizzazione della realtà e da una propaganda che crea ad arte le “emergenze”».
Gli ultimi tre anni sono stati molto difficili. L’urgenza le è stata ispirata più dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina o dall’allarme sul cambiamento climatico?
«Se il clima si può dire che dipende anche dall’uomo, la guerra di certo dipende solo dall’uomo. Peggio della guerra non c’è nulla».
Eppure la complessità delle situazioni viene spesso sottaciuta.
«Viviamo in un mondo articolato a cui però la politica risponde con delle semplificazioni».
Ma c’è ancora spazio per la musica impegnata, oggi che l’impegno civile per molti è sinonimo di disfattismo?
«Denunciare una cosa non significa essere pessimisti, anzi è un invito all’agire. Auspico che le nuove generazioni prendano coscienza nel campo dei diritti e non interiorizzino una cultura sbagliata».
Ma è possibile senza collanti sociali e culturali?
«Dagli anni 90 le cose hanno cessato di essere organiche, oggi siamo totalmente atomizzati. Ognuno si indigna per conto proprio e la nostra partecipazione è mediata dalla tecnologia».
Vale anche per la musica?
«Il mio lavoro non si ricollega ad alcun movimento o scena».


Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Ottobre 2023, 09:07
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