Ecstasy anche per i malati, al via i test: "Contro ansia e depressione"

Ecstasy anche per i malati, al via i test: "Contro ansia e depressione"
Non solo la marijuana, il cui potenziale curativo ormai è sfruttato nonostante le resistenze, ma anche sostanze proibite come l'ecstasy e ora anche la psilocibina, componente dei funghi alucinogeni, potrebbero trovare la loro strada verso le corsie degli ospedali. Gli ultimi test pubblicati in questo senso riguardano proprio il principale componente dei 'magic mushroom', che si è rivelato efficace nell'alleviare ansia e depressione nei malati di tumore.

Lo dimostrano due studi, uno della New York University e l'altro della Johns Hopkins, pubblicati dal Journal of Psychopharmacology, secondo cui l'efficacia è dimostrata sull'80% dei soggetti trattati e gli effetti collaterali sono minimi. I test clinici, entrambi valutati attentamente e approvati da comitati etici, hanno riguardato 80 persone, a cui era stata data una dose da 0,3 milligrammi di psilocibina o un placebo in aggiunta alla psicoterapia.

I pazienti trattati con la droga hanno avuto delle 'esperienze mistichè di alcune ore, sempre sotto stretto controllo medico, mentre i benefici sono rimasti per almeno sette mesi. «La psilocibina produce miglioramenti immediati, sostanziali e sostenuti per ansia e depressione - si legge nello studio della New York University -, e diminuisce la demoralizzazione legata al cancro e nella perdita di speranza, migliorando il benessere spirituale e la qualità della vita».

La psilocibina è solo uno degli allucinogeni studiati al momento per un uso farmacologico. Sempre negli Usa l'Fda ha appena approvato il più grande test mai fatto sull'uso dell'Mdma, sostanza attiva dell'ecstasy, per la cura del disordine da stress post traumatico. Il test, sponsorizzato dalla Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, un'organizzazione no profit nata proprio per promuovere lo studio di queste sostanze, sarà condotto su 230 persone.

Altri trial più piccoli, condotti su veterani, vigili del fuoco, donne vittime di violenza, tutti affetti dal disturbo in media da 17 anni e su cui le terapie tradizionali non hanno avuto effetto. Tre dosi di Mdma, spiega al New York Times Michael Mithoefer, uno dei ricercatori coinvolti, hanno ridotto i sintomi in media del 56%, e al termine due terzi dei pazienti non avevano più i criteri per essere definiti malati. I ricercatori hanno chiesto per questo farmaco lo status di 'terapia innovativà che potrebbe portare al primo farmaco vero e proprio disponibile nel 2021.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 2 Dicembre 2016, 17:32
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