Smart working, da oggi stop al semplificato: le nuove (vecchie) regole. Chi ha la priorità negli accordi individuali

Lunedì 1 Aprile 2024, 12:12 - Ultimo aggiornamento: 16:14

Il fenomeno

La scadenza dello smart working semplificato segna una nuova fase per un fenomeno in crescita: dopo i picchi della pandemia e una graduale riduzione negli ultimi due anni, nel 2023 i lavoratori da remoto nel nostro Paese si assestano a 3,585 milioni, in leggera crescita rispetto ai 3,570 milioni del 2022, ma ben il 541% in più rispetto al pre-Covid. Nel 2024 si stima saranno 3,65 milioni gli smart worker in Italia, come rilevava l' Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano. In questo scenario «si torna quindi al modello stabilito nel 2017. Il Covid aveva comportato un utilizzo massivo dello strumento, che dall'innovazione organizzativa è migrato verso una finalità emergenziale. Ciò ha generato due effetti di sistema: da un lato sganciando lo smart working dalla finalità propriamente imprenditoriale, ma dall'altro ha dimostrato la sua ampia praticabilità e i suoi benefici anche sul piano sociale», osserva il giuslavorista Francesco Rotondi, consigliere del Cnel e fondatore dello studio LabLaw.

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