Ilaria Salis, il memoriale dal carcere di Budapest: «Cimici nel letto, scarafaggi e plastica nel cibo, io trattata come una bestia»

Giovedì 1 Febbraio 2024, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 11:58

La lettera sulle condizioni del carcere

«All'arresto sono stata fatta spogliare e lasciata in mutande, reggiseno e calzini, poi costretta a rivestirmi con abiti malconci e puzzolenti e stivali con tacchi a spillo non della mia taglia. In carcere per 5 settimane senza cambiare le lenzuola, tormentata dalle punture delle cimici da letto, nei corridoi tra scarafaggi e topi. Il carrello passa per la colazione e per il pranzo ma non per la cena. A colazione si riceve una fetta di salame spesso in cattivo stato. A pranzo danno zuppe acquose in cui c'è pochissimo cibo solido, ma dove spesso si trovano pezzi di carta e di plastica, capelli o peli. Si trascorrono 23 ore su 24 in cella completamente chiusa: c'è una sola ora d'aria al giorno e la socialità non esiste. Tutte le mattine ci svegliamo alle 5.30. Ogni volta che dobbiamo sostare in corridoio dobbiamo stare rivolte verso il muro». Poi anche le preoccupazioni per la salute: «Ho un nodulo, dovevo fare un'ecografia a marzo, l'ho potuta fare solo a giugno, e allora nessun referto, solo la dottoressa mi ha detto a voce che andava tutto bene».

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