Giulia Cecchettin, formazione per studenti e corsi per docenti: il progetto educazione contro i femminicidi nelle scuole. Ecco come funziona

Lunedì 20 Novembre 2023, 17:16

Cosa cambia

Partiamo dagli insegnanti: i docenti dovranno ricevere dei corsi di formazione ad hoc e poi affrontare la questione nel corso delle 33 ore di educazione civica già previste nell’anno scolastico. Saranno coinvolte anche figure esterne (con tutta probabilità degli psicologi).

Il secondo aspetto riguarda gli studenti stessi, che saranno coinvolti in prima persona: una dozzina (al massimo) per scuola potranno proporsi per ricevere una formazione specifica sui temi più sensibili, da condividere con gli altri allievi. Nella terminologia anglosassione, una “peer education”, ossia un'istruzione tra pari, finalizzata a evitare un approccio troppo cattedratico alla questione.

Si partirà di certo dalle scuole superiori, ma non è esclusa un'estensione anche alle classi inferiori. Sul coinvolgimento delle opposizioni rispetto alle iniziative in atto, la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, dialogando con La Stampa, ha detto: «Siamo disponibilissimi a lavorare a una legge con l'opposizione. Su che cosa fare però è necessario aprire una riflessione seria». Per questo «bisogna verificare quali sono le azioni davvero efficaci. La Svezia, per esempio, ha un tasso di violenza contro le donne e un numero di femminicidi più alto rispetto all'Italia eppure ha l'educazione sessuale nelle scuole». L'educazione al rispetto, ha sottolineato ancora Roccella, deve avvenire «fin dalla più tenera età».

© RIPRODUZIONE RISERVATA