Alessandro Maja, confermato l'ergastolo al processo d'appello. Lui: «Confido nel perdono di Gesù»

Mercoledì 14 Febbraio 2024, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 12:52

La difesa: chiediamo nuova perizia psichiatrica

«Tutti i testi confermano che si era isolato già da due, tre mesi con comportamenti incomprensibili, mandava messaggi deliranti ritenendo di aver commesso errori lavorativi, che erano solo nella sua mente». Lo ha detto l'avvocato Giulio Colombo, legale di Alessandro Maja, condannato all'ergastolo in primo grado per la strage familiare di Samarate (Varese), chiedendo ai giudici di secondo grado di riaprire il processo con una nuova perizia psichiatrica.

La Corte (presidente Caputo) si è ritirata in camera di consiglio e la decisione (sentenza o riapertura del processo) è attesa per le 12.30. Nella perizia psichiatrica, effettuata in primo grado dal perito Marco Lagazzi, ha spiegato il difensore, «manca il verbale del 4 maggio 2022 del Pronto soccorso, che conferma le conclusioni del nostro consulente».

Maja, ha aggiunto, «era dentro un delirio perché quei problemi lavorativi non c'erano. In quel Pronto soccorso - ha detto - gli avevano già somministrato farmaci per una depressione grave». La difesa ha anche chiesto che le attenuanti generiche, già concesse in primo grado, siano, però, riconosciute come equivalenti alle aggravanti, anche perché «lui ha subito confessato».

Ci sono, poi, ha chiarito il difensore, tre verbali «del giudice tutelare» di luglio, ottobre e gennaio sui «versamenti risarcitori» e che accertano che è «in corso tra la difesa e le parti civili il tentativo di trovare una definizione sul risarcimento ai familiari rispetto al patrimonio dell'imputato».

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