Un microchip sottopelle ed ecco i cybor-dipendenti
«I microchip sono il futuro dei pagamenti, che potrà essere regolato ma non bloccato», ha dichiarato Tony Danna, vice presidente della società che realizza software per i distributori di snack e bevande. Un chiaro segnale verso un domani in cui si potrà entrare in casa senza l'ausilio di chiavi oppure gestire la carta di credito grazie al chip.
Quanto alla privacy, teoricamente calpestata dalla presenza di un sistema che può conoscere a menadito spostamenti e abitudini dell'utente, la compagnia americana assicura che i microchip acquistati (per 300 euro ciascuno) dalla svedese BioHax non sono dotati di GPS ma di tecnologia Rfid e NFC per svolgere le azioni sopra citate. Three Square Market non è la prima compagnia a puntare sul chip sottopelle, perché la belga Newfusion e la svedese Epicenter sono state più rapide. (A.Cap.)
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Luglio 2017, 05:00