Mafia Capitale, Campidoglio e Pd chiedono i danni d'immagine

Mafia Capitale, Campidoglio e Pd chiedono i danni d'immagine

di Davide Manlio Ruffolo
Venti milioni di euro. Questo il danno subito dal Campidoglio, come quantificato ieri nell'aula bunker di Rebibbia dall'avvocato Rodolfo Murra, da parte degli imputati di Mafia Capitale.

«Il Comune di Roma è il primo soggetto danneggiato da questa organizzazione criminale - dice Murra - sia per il danno economico che sotto il profilo dell'immagine perché «in questi anni è cominciata una vera e propria campagna denigratoria nei confronti dei dirigenti capitolini ma tra i 46 imputati non ce n'è uno che ricopra un ruolo di dirigente. Ci sono dipendenti, politici e funzionari ma nessun dirigente».

Undici milioni di euro, invece, è quanto chiesto dall'avvocato Nicola Sabato in rappresentanza della Regione Lazio. L'importo, spiega Sabato, si compone di: «Un milione per l'associazione mafiosa che ha creato una ferita profonda nel tessuto istituzionale, 7 milioni per la vicenda delle case rosse e 2 milioni e 940mila euro per la gara Cup». Tra le 23 parti civili, i cui interventi dovrebbero esaurirsi con l'udienza di oggi, ha preso la parola anche l'Associazione Libera attraverso il proprio legale Giulio Vasaturo. 

Secondo quest'ultimo: «Nel Mondo di Mezzo di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati si possono cogliere le metastasi dei grandi mali di questo Paese: eversione, corruzione, mercimonio della cosa pubblica, criminalità violenta e predatoria, deviazione di taluni apparati dello Stato, tutti declinati in una nuova prospettiva organica di intimidazione, assoggettamento ed omertà che integra in pieno il reato di associazione mafiosa». «Gli imputati hanno costituito un sodalizio dai tratti propriamente mafiosi, ancorché profondamente diverso da Cosa Nostra e dalle altre organizzazioni criminali tradizionali», ha precisato l'avvocato Vasaturo prima di chiedere, per conto dell'Associazione, un risarcimento danni da 100mila euro.

Dopo di lui è intervenuto il legale del Pd, Gianluca Luongo, che ha chiesto «900mila euro per il danno d'immagine causato agli iscritti ed eletti del partito» precisando che «il Pd non ha beneficiato di nessuna corruttela, tutti gli eventi hanno riguardato responsabilità personali di coloro che hanno fatto mercimonio della loro funzione, violando le regole interne che si erano impegnati a rispettare».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Maggio 2017, 08:52
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